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18/01/2020 06:00:00

Ospedale di Castelvetrano, le diverse posizioni di Margherita Ruvolo e Nicola Catania

 Tutto il territorio della Valle del Belice, come abbiamo già scritto, si è presentato compatto contro un decreto che di fatto riduce l’offerta sanitaria dell’ospedale di Castelvetrano.

Certo, l’intento è comune, ma tra i sindaci l’approccio ha presentato delle differenze.

Una cosa  più che naturale in un incontro, praticamente storico, che ha visto la partecipazione attiva dei consigli comunali della Valle del Belice, oltre a quella di diversi sindaci, associazioni e cittadini.

 

Nell’incontro di sabato scorso, particolare differenza di vedute è emersa tra Margherita La Rocca Ruvolo, sindaco di Montevago, oltre che presidente della commissione Salute dell’Assemblea Regionale Siciliana, e Nicola Catania, primo cittadino del comune di Partanna.

 

Sulla precedente votazione dell’atto aziendale, relativo alla riorganizzazione della rete ospedaliera, i due hanno espresso punti di vista contrapposti.

 

Volevo oggi capire quali sono stati i sindaci che non hanno firmato l’atto aziendale – ha affermato la Ruvolo -  Per me è di fondamentale importanza, perché l’atto è stato sottoposto ai territori. Così come è accaduto nella mia provincia di Agrigento, dove ci sono stati sindaci che non l’hanno condiviso.

Non bisogna prendere in giro nessuno, ma nel momento in cui raccontiamo fandonie, i primi a prenderci in giro siamo noi stessi.

Per la rete ospedaliera, noi della commissione salute abbiamo avuto diverse interlocuzioni proprio in relazione all’ospedale di Castelvetrano, con professionisti del posto e numeri alla mano per scongiurare un ‘riequilibrio del posti letto’.

L’Asp di Trapani non perde posti letto, ne guadagna 244 a vantaggio di altri presidi ospedalieri. L’ospedale di Mazara ne guadagna 111. La verità al primo posto.

Se ci sarà una deroga, ben venga. Ma personalmente ritengo invece percorribile un’altra strada. Se è vero, perché io questo non lo so e mi è stato riferito, che l’atto aziendale non è stato approvato dall’assessore, allora ci può essere uno spiraglio in termini di qualche cosa da salvare su Castelvetrano. E mi riferisco in particolare alla rianimazione e alla chirurgia generale. Quest’ultima, senza la prima, si attacca al tram. Nessuno potrà mai convincermi del contrario.

Dobbiamo abbandonare il concetto di un presidio ospedaliero per ogni paese, perché non è possibile. E non è una questione economica, perché la sanità non deve essere un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti. Questo però lo si può fare soltanto se viene esercitata in sicurezza. Se il paziente non ha sicurezza, è inutile andare in un ospedale dove può rischiare la pelle. Ecco perché non ha senso cercare di avere a tutti costi un ospedale sotto casa”.

 

Il sindaco Catania ha replicato così:

 

“Chi vuole rompere il fronte dei sindaci, prende una cantonata.

E’ inutile creare contrapposizioni, le responsabilità in realtà sono ben chiare. L’atto aziendale, anche se invitano tutti i sindaci della provincia, il diritto di voto ce l’hanno soltanto i sindaci nei cui comuni risiede un ospedale, quindi Mazara, Marsala, Trapani, Alcamo e Castelvetrano. Ci sono stati 3 voti favorevoli, un’astensione (del sindaco di Trapani) ed un voto contrario del sindaco di Castelvetrano.

La votazione ha un parere meramente consultivo, non ha nessuna possibilità di bloccare alcun atto, che invece viene approvato dal direttore sanitario.

Se c’è un decreto assessoriale (che equivale ad una norma) che approva un piano, l’atto aziendale è consequenziale ad una norma e non può essere diverso. Quindi, a prescindere dal voto, non potrebbe comunque cambiare. Certo, se la norma fa schifo e mette l’ospedale di Castelvetrano nelle condizioni di essere declassato, l’atto aziendale non può che essere ancora più schifoso rispetto alla norma”.

 

* * *

 

Ma al di là delle differenze tra i sindaci, anche se l’opposizione del sindaco di Castelvetrano all’atto aziendale è stata una scelta che i colleghi della provincia di Trapani non hanno condiviso, l’unione dei consigli comunali sembra aver sopperito molto bene a questi piccoli attriti.

A parte, quello dei sindaci, il fronte compatto è proprio quello dei diversi consigli comunali, in rappresentanza diretta dei cittadini della Valle del Belice.

 

Egidio Morici