Una sorta di radiografia ai raggi x è quello che prevede la nuova normativa sulla presentazione dell'Isee, che l'indicatore che «fotografa» la situazione economica familiare tra reddito, beni mobili e immobili, da presentare all'Inps per ottenere prestazioni sociali di vario tipo, incluso, per l'appunto, il reddito di cittadinanza.
Dagli primi giorni del 2020 sono entrate in vigore le nuove norme ed è lo stesso Istituto di previdenza ad annunciarlo con un messaggio pubblicato sul proprio sito.
In pratica sui dati autodichiarati relativi al patrimonio mobiliare delle famiglie, verrà adesso effettuato un controllo automatico incrociando le informazioni contenute nell'Archivio dei rapporti gestito dall'Agenzia delle entrate, e volto a riscontrare se vi sia corrispondenza tra quanto indicato nella dichiarazione sostitutiva unica dell'Isee, e quanto risulta nell'Archivio stesso.
Ma mentre in passato l'incrocio dei dati si limitava a far luce soltanto sul numero di conti correnti dichiarati, confrontandoli con quelli conosciuti dal fisco, adesso, sottolinea l'Inps, la verifica «riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti», cioè alle cifre esatte del patrimonio bancario delle famiglie, e scatterà automaticamente nel momento in cui la dichiarazione sarà presentata all'Istituto di previdenza. La nota, precisando che i controlli saranno effettuati sia sulle Dsu non precompilate che su quelle precompilate in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare, ricorda anche l'altra importante novità introdotta dal decreto ministeriale del 2019. Dal primo gennaio di quest'anno, infatti, chi presenta l'Isee familiare, oltre che della classica autodichiarazione «fai da te», può avvalersi di moduli precompilati dall'Istituto di previdenza con l'aiuto della banca dati dell'Agenzia delle entrate.