Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/01/2020 15:25:00

Reddito di cittadinanza, per l’Inps non crea lavoro

 “Il Reddito di cittadinanza non ha abolito la povertà. Ma funziona”. Lo aveva detto qualche giorno fa il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in un’intervista a La Stampa in cui aveva parlato del sussidio su cui è stato fatto il più grosso investimento degli ultimi anni nei centri per l’impiego.
Oggi Tridico ha ammesso, durante un’audizione parlamentare, che il Reddito di cittadinanza aiuta a vivere oltre 2,5 milioni di persone ma non fa miracoli: aiuta il mercato del lavoro, ma non crea lavoro.

Tridico ha fornito i dati aggiornati relativi al Reddito di cittadinanza, facendo una sorta di bilancio della misura allo stato attuale. Se è vero che “oggi il Reddito di cittadinanza copre quasi 1,1 milioni di famiglie, per poco più di 2,5 milioni di persone, tra queste ci sono circa 200mila disabili e 400mila bambini, mentre le persone occupabili sono circa 739mila”, il lavoro non arriverà per tutti.

La differenza la fa il sussidio, che – ha spiegato il presidente Inps – ha “un importo medio pari a 520 euro per il Reddito di cittadinanza e 219 euro per le Pensioni di cittadinanza”. Quello che manca è l’accompagnamento verso il mercato del lavoro. Le banche dati Anpal sono vuote, l’unica attività registrata è l’avvio dei primi lavori di pubblica utilità.

Da qui l’esigenza di trasformarlo in uno strumento per accompagnare veramente i disoccupati verso una nuova occupazione. Lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha ammesso l’esigenza di “migliorare il Reddito di cittadinanza nel quadro delle politiche attive del lavoro”.

Il presidente dell’Inps ha poi fatto sapere che “il 30% delle domande di Rdc è rifiutato essenzialmente perché grazie all’incrocio dei dati, con la Guardia di Finanza e il sistema bancario, si scopre che il reddito e il patrimonio è più alto e quindi si è fuori. Il tutto con un clic, in modo automatico: auto-certificano ma noi incrociando i dati li tagliamo fuori”.