Caso di meningite batterica in Sicilia.
Al Sant'Elia di Caltanissetta c'è una donna ricoverata. La paziente è in prognosi riservata e si trova al reparto malattie infettive dell’ospedale Sant'Elia guidato dal primario Alfonso Averna.
Essendo una paziente che assume anticoagulanti è stata portata a Caltanissetta perché all’ospedale di Gela non era possibile effettuare la rachiocentesi, esame che è stato fatto a Caltanissetta insieme ad altri.
Come spiega il Ministero della Salute la meningite è un'infiammazione delle membrane che avvolgono e proteggono il cervello e il midollo, le meningi. Esistono diverse forme di meningite, ma quella responsabile dei casi più gravi e potenzialmente mortali è il tipo batterico. Fortunatamente si tratta anche della più rara. L'agente patogeno più temuto, malgrado non sia quello maggiormente frequente, specifica il Ministero della Salute, è il meningococco (Neisseria meningitidis), del quale esistono vari seriogruppi. In Italia i più frequenti sono il tipo B e il tipo C; proprio quest'ultimo è alla base della campagna di vaccinazione straordinaria avviata nella provincia di Bergamo all'inizio del 2020, a causa di alcuni casi di meningite registrati in un territorio geografico ristretto.
La malattia ha un periodo di incubazione variabile a seconda dell'agente che la causa e delle condizioni cliniche del paziente; generalmente per quella virale varia da 3 a 6 giorni, quella batterica da 2 a 10 giorni e, quando raggiunge la fase più acuta diventa contagiosa. Diversi sono i principali sintomi che possono allarmarci: sonnolenza, cefalea, inappetenza. Dopo alcuni giorni questi sintomi peggiorano e si aggiungono nausea, vomito, febbre, pallore, fotosensibilità, rigidità della nuca e all'estensione della gamba.