Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
28/01/2020 08:35:00

I morti del coronavirus salgono a 106. Ora per l’Oms il rischio globale è elevato

 L’Organizzazione mondiale della Sanità ha corretto la valutazione sul coronavirus cinese: il rischio globale non è più «moderato» ma è «elevato». Ha ammesso che, nei precedenti rapporti, c’è stato un «errore di formulazione». I morti sono saliti a 106, di cui 100 nella sola provincia di Hubei. I nuovi casi di contagio registrati sono stati quasi 1.300 che portano il totale nazionale in Cina ad oltre 4.000. Stando ai risultati dei ricercatori cinesi pubblicati su The Lancet, il primo caso di infezione da 2019-nCoV non viene dal mercato di Wuhan, come si pensava finora. E risale al 1° dicembre, dieci giorni prima che scoppiasse il focolaio nella città ora isolata. È stato confermato il primo caso di contagio in Germania, nel distretto bavarese di Starnberg.

Per guadagnare tempo nella lotta contro l’epidemia, Pechino ha deciso di prolungare la festa per il capodanno: scuole e luoghi di lavoro resteranno chiusi, facilitando la quarantena 

«Gli esperti del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina hanno isolato con successo il nuovo coronavirus nei campioni ambientali – in totale 585 – prelevati nel mercato del pesce di Huanan. Quest’ultimo per la presenza di moltissimi pesci e animali vivi, era stato indicato, fin dall’inizio, come probabile epicentro dell’infezione. Ora gli esami hanno confermato che il virus è originato dagli animali selvatici venduti dai vari commercianti di Huanan» scrive Avvenire. 

«Spero che ti prenda il virus come nei mercati in Cina». Così è stato insultato su un campo di calcio un ragazzino cinese 13 anni. La partita era Idrostar-Ausonia, girone primaverile dei giovanissimi 2006, giocata a Cesano Boscone, provincia di Milano. «Dopo questa frase sono uscito in lacrime, lasciando i miei compagni sul campo. Mi scuso molto con i miei compagni» ha scritto il ragazzo su Facebook.
 
Il virus cinese fa crollare le Borse
L’allarme coronavirus ieri ha affossato i mercati. Le Borse europee hanno chiuso in forte calo. A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso il 2,31%, poco meglio di Parigi (-2,7%) e Francoforte (-2,7%). Lo Stoxx 600 ha ceduto il 2,3% e ha bruciato 208,61 miliardi di euro di capitalizzazione penalizzando soprattutto i giganti del lusso. «Da Noi Tod's e Cucinelli hanno bruciato il 5,2%, Ferrari il 3,7, Moncler il 4,17 e Ferragamo il 4,41. Come Hermes che a Parigi ha perso il 4,81%, Kering e Lvmh entrambe il 3,5%. E del resto, in Francia come in Italia, circa un terzo delle spese tax free esce dalle tasche di turisti cinesi» scrive La Stampa.

«Scontando un rallentamento della macchina manifatturiera cinese per effetto della diffusione del virus, gli investitori hanno venduto tutte le maggiori commodies industriali: dal petrolio, che è affondato sotto 60 dollari al barile, al rame – ai minimi da due mesi – passando per il minerale di ferro, ingrediente dell’acciaio, che è scivolato di quasi il 7 per cento […] Quale sarà l’impatto di misure di prevenzione come la quarantena forzata o il prolungamento delle ferie? Secondo Mo Ji, capo economista per la Cina di AllianceBernstein, nel migliore dei casi (contenimento dell’epidemia nei prossimi 3 mesi) c’è da aspettarsi una flessione dello 0,8% del Pil reale. Nel peggiore, ossia il protrarsi dell’emergenza nei prossimi 9 mesi, l’impatto potrebbe arrivare all’1,9 per cento […] Nel caso del petrolio la notizia dell’epidemia ha innescato una corsa alle ricoperture da parte dei fondi, che erano molto sbilanciati su posizioni rialziste. La prossima riunione dell’Opec è già convocata per il 5-6 marzo a Vienna, con il compito di rivedere le politiche produttive. Sul tavolo ora c’è una probabile estensione della durata dei tagli (che scadono il 31 marzo) se non addirittura un’ulteriore accentuazione. L’effetto sarebbe comunque soprattutto psicologico, visto che – nella totale indifferenza del mercato – la Libia ha già perso un milione di barili al giorno di greggio, a causa del blocco dei porti imposto dal generale Haftar». Questa l'analisi del Sole 24 Ore.