L'assessore regionale Alberto Pierobon due ore in procura a Palermo riguardo alla vicenda giudiziaria che vede coinvolto il "re del vento" Vito Nicastri, il faccendiere Paolo Arata, ex deputato di Forza Italia, ed ora considerato vicino alla Lega, il figlio Francesco Paolo, il figlio di Nicastri Manlio, il dirigente dell'assessorato all'Energia, Alberto Tinnirello e il funzionario Giacomo Causarano.
Pierobon ha spiegato di avere ceduto all'insistenza di Arata solo per liberarsi di lui. Pierobon arriva davanti ai magistrati, il procuratore aggiunto Paolo Guido e il sostituto Gianluca De Leo, dopo l'assessore regionale al Territorio Totò Cordaro, Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive, e il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè. E sono divergenti le dichiarazioni di Pierobon con quelle del collega Cordaro, che nelle intercettazioni dimostra ostilità nei confronti di Arata e dei suoi impianti di Gallitello e Francofonte.
Cordaro aveva raccontato dei solleciti di Pierobon agli uffici del suo assessorato e che lo stesso Pierobon era andato a trovarlo con Arata chiedendogli della pratica e della sua definizione. Pierobon dal canto suo ha negato di sapere che dietro Arata ci fosse Vito Nicastri, ha detto di non aver spinto né favorito mai nessuno.