Salinagrande in lutto per la scomparsa di Rosario Stabile – per tutti u zu Saro – il Mister della piccola frazione, alle porte di Trapani, punto di riferimento per giovani e giovanissimi che rincorrendo un pallone, emulavano le gesta delle icone calcistiche di quei tempi: Platini, Maradona, Rossi. Aveva 84 anni, stroncato da una grave malattia ai polmoni.
Fu lui, assieme al fratello Alberto, a regalare, più di trent’anni fa, un sogno ai “suoi” ragazzini. Fondò la Juve-Salinagrande, facendo arrivare da Torino le magliette bianconere originali.
In quella squadra ha giocato Alberto Amoroso, ex calciatore del Trapani, oggi responsabile della prima squadra del Chiaramonte Gulfi (Ragusa) che milita in Prima categoria. Era lui la stella delle piccole zebre di Salinagrande. Quel ragazzino esile, dalla faccia pulita e con i piedi d’oro, con il pallone aveva un feeling particolare. In campo, con le sue magie incantava compagni e avversari. Predestinato!
E a ricordare u zu Saro – a nome di tutti quei ragazzini oggi adulti – è proprio lui: Alberto Amoroso. “Personaggio d’altri tempi – dice, con un filo di emozione – che ha segnato un’epoca. Di figure come lui oggi la nostra società è priva e ne avremmo di bisogno per i nostri figli. Quando giocavamo scalzi nelle saline prosciugate o per la strada, lui con il suo entusiasmo ci faceva sentire come se fossimo al Maracanà. Ricordo che raggiungevamo i campetti di calcio a bordo del suo furgone, rincasavamo sfiniti, ma felici”. “Per tracciare un profilo di zio Saro – conclude – occorrerebbe la penna di Osvaldo Soriano o di Eduardo Galeano.
P
rima che nascesse la Juve-Salinagrande per i fratelli Rosario e Alberto Stabile era “derby in famiglia”. Nella frazione, infatti, c’erano due squadre: una allenata da Rosario, l’altra da Alberto. E quei ragazzini, sempre sostenuti dai due mister, in campo davano l’anima, dando vita a partite epiche. Il premio? Due bottiglie di Coca Cola da bere al bar di zio Ciccio. Chi perdeva pagava. Poi l’intuizione dei due fratelli: fondere le due squadre. Ed ecco la corazzata Juve-Salinagrande. Un solo scontento. Il portierino che giocava nella squadra di Alberto Stabile. In quella compagine bianconera, lui non giocò mai. Era tifosissimo della Roma e in quegli anni le due squadre erano in lotta per lo scudetto.
Un retroscena: il piccolo giallorosso andò a giocare in un’altra squadra. In un torneo, organizzato al centro sociale di Salinagrande, si trovò ad affrontare i suoi ex compagni che gli rifilarono 14 gol. Il portierino raggiunse gli spogliatoi in lacrime. A consolarlo Amoroso: “Ne hai presi tanti, ma sei stato il migliore in campo”. E zio Saro, abbracciandolo: “Vieni a giocare con noi. Per te c’è sempre un posto”. Ecco, Rosario Stabile era anche questo.