Sessant’anni fa moriva Enrico La Loggia, un politico che ha segnato la storia della Sicilia.
Nella sua vita politica La Loggia ha sempre tenuto presente il problema dell’autonomia regionale siciliana studiando le condizioni in cui la Sicilia si è trovata anche dopo il periodo dell’unità d’Italia ed elaborando la teoria rivendicazionista che per molto tempo è stata la teoria che ha principalmente motivato la nostra cultura autonomistica. Oltre al rivendicazionismo si aggiunge il regionalismo differenziato, un tema attuale che si ripropone ancora oggi.
La Loggia, nativo di Cattolica Eraclea, è stato ricordato durante un convegno all’Ars che ha voluto sottolineare l’attualità del pensiero del politico siciliano.
La produzione intellettuale di La Loggia spazia da opere dedicate al diritto internazionale a diversi manuali di procedura civile. A 19 anni si laureò in giurisprudenza con una tesi, per il tempo all’avanguardia, dedicata alla demografia. Il titolo dell’elaborato era ‘Teoria della popolazione’ e venne poi pubblicato nel ‘Giornale degli economisti’ diretto da Matteo Pantaleoni. In quel lavoro La Loggia azzardava delle teorie che andavano contro le teorie malthusiane fino a quel tempo accettate. Le risorse alimentari- sosteneva La Loggia- sarebbero aumentate grazie al progresso della tecnologia. La catastrofe di cui parlava Malthus non si sarebbe realizzata quindi. Ma allo stesso tempo il progresso della tecnologia e delle scienze avrebbe rallentato la moltiplicazione demografica.
Tra i relatori del convegno la Professoressa Gabriella Portalone per la quale bisogna ricordare La Loggia sia per la forte autonomia intellettuale che lo portò ad allontanarsi, ad esempio, da un suo maestro come Colajanni ( diverse erano le visioni sull’utilità del mantenimento del dazio sul grano piuttosto che sulla borghesia) sia per la contemporaneità del suo pensiero. “ Pensiamo al dibattito politico di oggi sulle infrastrutture, La Loggia era un grande assertore dei lavori pubblici perché i lavori pubblici determinano la creazione di infrastrutture, come prima conseguenza positiva, e il lavoro. I lavoratori consumavano e il consumo determinava un aumento della produzione. Vent’anni prima La Loggia anticipò le teorie di Keynes del moltiplicatore della ricchezza. Fu un anticipatore in tutti i campi e in tutti i settori “ ha concluso la Professoressa Portalone.
Secondo il giurista Giovanni Pitruzzella “ ci sono alcuni temi da tenere a mente e che ci dicono quanto sia attuale l’insegnamento di La Loggia e degli altri padri dello Statuto. Questi temi sono la Democrazia che doveva svilupparsi a livello locale, la tutela dei diritti e la crescita economica. La Regione Siciliana doveva occuparsi di industria, di turismo e dei Lavori Pubblici”.
A chiusura dei lavori è intervenuto l’economista Pietro Massimo Busetta per il quale “il bene comune era la stella polare di La Loggia. Abbiamo bisogno di uno strumento grazie al quale riusciremo a raggiungere l’obiettivo che ci consentirà di impedire che la gente muoia di fame pensava La Loggia. L’errore di La Loggia fu di non pensare che potesse venire gente che aveva come primo obiettivo non il bene comune ma il bene proprio”.
Il convegno che ha visto anche la partecipazione del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè si è svolto nella sala Piersanti Mattarella del Palazzo dei Normanni.