Luigi Giacalone, segretario provinciale CNA, qual è lo stato di salute del comparto dell’artigianato locale, ne avete discusso in una recente assemblea.
La prima cosa che voglio dire è che io ho fatto un passo di lato per consentire un rinnovamento e un rilancio della CNA e per dare l’esempio di un cambiamento. Lascio la segreteria provinciale, andrò a dirigere il patronato e darò il mio apporto ad un giovane Francesco Cicala. Per quanto riguarda l’artigianato locale, è in uno stato precario perché la crisi ha prodotto effetti devastanti. Da un lato riduce il lavoro e dall’altro lato aumenta la concorrenza sleale di fasce di abusivismo che nascono ogni giorno e che non solo non rispettano l’ambiente con lo smaltimento dei rifiuti e non pagano l’erario, ma facendo una concorrenza sleale mettono in discussione l’economia dell’artigianato locale. Le questioni legate all’aeroporto, il sistema viario, i trasporti in senso lato e le infrastrutture che mancano, hanno una ripercussione negativa sulle nostre imprese artigiane.
Luigi Giacalone, di recente a Mazara c’è stato un convegno sul lavoro sommerso. Centri estetici e parrucchieri vivono questo dramma quotidiano. Da Mazara è venuta fuori una bella proposta. La titolare di un centro estetico ha detto che è disposta ad offrire un punto di appoggio ai lavoratori.
Sì, la proposta della “poltrona”. Si può affittare una stanza e dare la possibilità di lavorare ma si devono avere i requisiti professionali e non tutti quelli che lavorano in nero ce li hanno. Riduce parzialmente il problema ma non totalmente.
Bisogna dire che non è solo colpa di chi lavora in nero, ma anche della burocrazia e di una tassazione troppo elevata.
C’è un problema di burocrazia, ma dall’altra parte c’è il fatto che non c’è stata in questi anni una promozione e un incoraggiamento a fare emergere il sommerso. Oggi ci sono eserciti di abusivi, e questo è un problema serio. E’ un problema di sopravvivenza per loro e per i nostri iscritti.
Luigi Giacalone, il prezzo del pane è aumentato in provincia. Non si può fare qualcosa per aumentare la concorrenza?
Parliamo di una categoria che ha una difficoltà oggettiva a ragionare in termini d’impresa. Noi abbiamo superato il problema presentando il dato di panificazione, per evitare la denuncia all’Antitrust. Anche lì però bisognerebbe che le istituzioni facessero la propria parte, puntando, ad esempio, come ha fatto il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida sulla qualità e la certificazione dei prodotti. Il problema anche in questo caso è sempre lo stesso, l’impresa lavora sette mesi l’anno per lo Stato, due mesi per gli abusivi e tre mesi per se stessa.
Luigi Giacalone, ci sono le elezioni amministrative a Marsala. Lei cinque anni fa partecipò alle primarie del PD con Anna Maria Angileri e lo stesso sindaco. Poi appoggiò Massimo Grillo. Com’è cambiata secondo lei Marsala in questi cinque anni?
Secondo me non è cambiata, tranne in qualche innovazione nel settore dello smaltimento dei rifiuti e dei servizi. Continua ad essere una città che ruota attorno a se stessa, priva di vita, di prospettiva e di dignità culturale. Non è una città bella, non è una città europea in questo momento.
In che cosa è mancata questa amministrazione?
Secondo me nella politica culturale e nel porre l’immagine della città ad un livello internazionale.
Si poteva fare, c’era spazio per farlo?
Secondo me sì. Ok il problema dell’aeroporto, ma ci sono gli eventi che possono attrarre le persone per venire a Marsala. La città ha le cantine, i bagli dove si possono organizzare manifestazioni importanti. La città ha un prodotto da poter vendere dal punto di vista turistico, mettendo tutto in correlazione al suo patrimonio artistico, culturale e paesaggistico.
Che idea si è fatto dei possibili candidati sindaci di Marsala. Lei per chi voterebbe tra Ombra, Fici e Adamo?
Tra Ombra e Adamo non è facile. Tra Ombra e Fici, sceglierei Fici sicuramente.