Non si voterà ad aprile per la presidenza e per il consiglio del Libero Consorzio in Sicilia.
Era prevedibile, troppi Comuni siciliani chiamati al voto, di fatto questo avrebbe impedito la libera espressione della democrazia partecipata.
Si tratta di elezioni di secondo livello, voteranno i sindaci e i consiglieri comunali.
Lo stop al voto arriva dall’ARS, nuova data nella finestra elettorale che va dal 15 settembre al 15 ottobre. I deputati sembrano avere raggiunto in aula un accordo tranne il Movimento Cinque Stelle che ha deciso di abbandonare i lavori, per i pentastellati ogni ulteriore rinvio è un colpo mortale per i territori delle nove Province.
Niente elezioni, pertanto, ma dalla scellerata riforma di Rosario Crocetta con cui le Province sono state abolite di anni ne sono passati, i Commissari non sanno più concretamente dare risposte ai territori, la crisi economica dell’ente intermedio è fortissima, ci sono scuole, strade e altri servizi da assicurare e che sono in abbandono.
Il problema è rinviato di qualche mese, bisognerà mettere mano non solo alle elezioni ma anche ad un progetto che sia indicativo di cosa si vorrà fare per rilanciare i Liberi Consorzi, rendendoli funzionali a garanzia dei territori e assicurando servizi necessari ed inderogabili.
Ha rimarcato il deputato Claudio Fava che tale rinvio non risolverà del tutto il problema perché anche nel mese di novembre 2020 alcuni Comuni voteranno, è il caso di Vittoria attualmente commissariata per mafia, al voto andranno anche alcune città del ragusano.
Una riforma voluta da Crocetta e dal governo del Pd di allora, che ha portato i territori al collasso e alle ex Province alla persistente crisi finanziaria, qualcuno in default.
Ad aprile, intanto, si insedieranno le assemblee dei sindaci dei Liberi Consorzi e delle città Metropolitane per garantire la collegialità e partecipazione all’ente, un emendamento che è stato presentato e approvato dal capogruppo del Pd, Peppino Lupo