Il centrodestra in Sicilia sta affrontando la sua crisi, non c’è unione di intenti, le amministrative di maggio hanno scoperchiato il vaso dei malumori.
La riunione convocata da Gianfranco Miccichè ha segnato il passo, i centristi non si sono presentati, non riconoscono la leadership del presidente dell'Ars, stessa cosa per la Lega del commissario siciliano, Stefano Candiani.
Torna in campo e detta la linea Saverio Romano, leader di Cantiere Popolare, che chiede un incontro con il presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha appoggiato nel 2017.
Da allora molti punti oscuri, un rimpasto di giunta annunciato e mai messo in pratica, Musumeci ha mostrato schiena dritta e ha preferito non farsi tirare la giacchetta dai partiti per la spartizione delle poltrone.
I nodi da sciogliere sono più di uno, Romano chiede più celerità nell’avvio delle riforme e maggiore dialogo.
Intanto prepara la sua schiera di amministratori, il 7 marzo a Palermo discuteranno di Sicilia e di amministrative.
Romano non ha gradito la mossa di Micchichè: “E’ fin troppo ovvio che i tentativi posti in essere da altri soggetti che non siano Musumeci per discutere di elezioni amministrative, in queste condizioni non possono vederci presenti e saranno costrette a naufragare, soprattutto se volute da chi ritiene ancora di esercitare un ruolo di leadership che non gli riconosciamo”.
L’unico interlocutore riconosciuto, dunque, sia per i centristi che per i leghisti è Musumeci.
A Marsala, città chiamata al voto il 24 maggio, Forza Italia non si muove unita, da una parte c’è chi vorrebbe appoggiare il candidato Massimo Grillo, e chi, invece, Giulia Adamo.
Il partito vive una crisi che si ripercuote su tutto il centrodestra.