Il governo ha deciso di chiudere le scuole e le università in tutta Italia da oggi fino al 15 marzo. Commenta Gramellini sul Corriere: «La convivenza continuata con i figli e con la raffica di compiti assegnati dai professori rappresenta un problema serio, specie se non si hanno abbastanza nonni o abbastanza soldi per pagare dei sostituti».
«Ho fatto la ola (da solo, in compagnia è vietato) leggendo che la psicologa Brunella Gasperini dice che “la noia fa bene ai bambini”. Che non si deve stare in ansia se, a scuole chiuse, i figli non sanno bene che fare. Ai pomeriggi vuoti, e alla noia, ai bivacchi indolenti e alle camminate senza meta con i miei compagni di medie e di liceo, io mi sento, a mezzo secolo di distanza, profondamente debitore. Cerchiamo, in questo duro interludio, di non sprecare almeno il dono dell’improvviso vuoto che ci si è spalancato attorno, seducente, irripetibile» è il commento di Michele Serra.
Il decreto della presidenza del consiglio dei ministri (Dpcm) prevede anche la sospensione «delle manifestazioni e degli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportino affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro». Tradotto: si potranno tenere solo a porte chiuse eventi e competizioni sportive, compreso il campionato di Serie A.
Il Comitato tecnico-scientifico guidato da Walter Ricciardi è critico: una misura simile è efficace solo se prolungata oltre il 15 marzo, come a Londra dove è stato chiesto di sbarrare le aule per due mesi.
«Ci vuole coraggio a chiudere un intero Paese. E l'Avvocato del Popolo, Giuseppe Conte, quel coraggio l'ha avuto. Non è detto che sia una decisione giusta, la sua. E neppure saggia, visti gli attriti avuti con il comitato tecnico scientifico. Glielo auguriamo. Certamente è la scelta di un leader che si prende le proprie responsabilità e che su questa decisione si gioca la credibilità personale e dell'istituzione che rappresenta. Quello che sta succedendo in queste ore in Italia non ha precedenti. Chiuse le scuole, le università, i musei, i cinema e i teatri. Impedito l'ingresso al pubblico negli stadi. Sconsigliati i viaggi in metro, in treno, in autobus. Come pure le strette di mano, gli abbracci e i baci sulle guance. Il messaggio è semplice e tremendo: l'altro, chiunque esso sia, è un potenziale pericolo. La minaccia è invisibile, sconosciuta, subdola, può arrivare da qualunque parte e in ogni luogo e perciò difendersi è impossibile.
La vita, come l'abbiamo conosciuta fino ad ora, non esiste più. Sospesa a tempo indeterminato. Costretta in un limbo fatto di solitudine e di angoscia, l'allarme che scatta negli esseri umani quando non sono in grado di controllare o persino di capire la portata e le caratteristiche del buio che li circonda. Dovremo inventarci un altro quotidiano. E a pagare di più sarà come sempre chi ha di meno» scrive La Stampa.
«Dietro le decisioni destinate a influire fortemente sulle vite dei cittadini e delle famiglie c'è un chiaro obiettivo: in difficoltà sulle misure economiche e sugli aiuti da destinare alle imprese e ai settori che più stanno soffrendo, per le immancabili divergenze interne alla sua maggioranza, il premier punta sulle misure di prevenzione sanitarie, sperando di poterne cogliere i risultati di qui a una decina di giorni, quando l'isolamento dovrebbe arginare la crescita dei contagi, e forse invertire la tendenza. Conte insomma si augura di poter dire: siamo riusciti a proteggere la salute degli italiani, rinviando a dopo i costi economici della crisi. Salvini, invece, ribadendo il suo "no", fa la scommessa opposta: se il coronavirus dovesse rivelarsi più resistente - è possibile, una parte degli scienziati ne sono convinti - o se i tempi dell'epidemia dovessero allungarsi, il Capitano leghista avrebbe buon gioco a condurre la sua campagna contro l'incapacità del governo e a spingere per la caduta di Conte» è l'analisi della Stampa.
Conte ieri sera ha parlato al Paese, con un videomessaggio trasmesso nell’ora dei tg. «Cinque minuti e quattordici secondi in tutto, il premier è provato. Ha dormito niente. “Ma ho il dovere di spiegare agli italiani, visto l’impatto che avranno queste misure”. Usa un linguaggio quasi crudo, non freddo però: “Siamo sulla stessa barca, chi ha il timone ha il dovere di indicare la rotta, dobbiamo fare uno sforzo in più, farlo insieme. L’Italia tutta è chiamata a fare la propria parte”. C’è poco da giraci intorno, stavolta. Di buono c’è che la mortalità non è quella della Sars, «il dato positivo è che la grandissima parte delle persone contagiate guariscono senza conseguenze”. Di cattivo che il contagio galoppa e la sanità finirebbe per collassare: “C’è preoccupazione perché una certa percentuale di persone necessita di un’assistenza continuata in terapia intensiva”. E poi, ancora più nettamente, senza addolcire la pillola: “Dobbiamo essere consapevoli che in caso di crescita esponenziale non solo l’Italia, ma nessun Paese al mondo potrebbe affrontare una simile situazione di emergenza in termini di strutture, posti letto e risorse umane richieste”. Nonostante l’aumento delle unità di terapia intensiva e dei posti letto, insomma, “non è possibile potenziare le strutture sanitarie in breve tempo”, non a sufficienza se il virus diventa epidemia nazionale. C’è poco da aggiungere, a quel punto. Solo ricordare comportamenti quotidiani fondamentali - “lavare le mani spesso, starnutire e tossire in un fazzoletto o nella piega del gomito, mantenere un metro di distanza nei contatti sociali, evitare abbracci, strette di mano, luoghi affollati” - tutte misure che se applicate con rigore ridurrebbero di molto il contagio e la durata di questa quarantena di fatto del Paese.
È stanco, Conte. Ma l’ultimo passaggio serve a motivare. Promettendo di strappare all’Europa “tutta la flessibilità di bilancio di cui ci sarà bisogno”. E annunciando un piano straordinario di opere pubbliche, keynesiano, sul modello del ponte Morandi: “Ci insegna che quando il nostro Paese viene colpito sa rialzarsi. E quando l’emergenza sarà terminata, volgeremo lo sguardo indietro, orgogliosi di come un intero Paese ha rialzato la testa”». Così la ricostruzione di Repubblica.
Stando ai dati comunicati ieri dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, le persone positive in Italia sono 2.706, 440 in più rispetto a martedì, i morti 107, 28 in più, 276 i guariti, 116 in più. Le vittime sono il 3,47% del totale dei contagi. I guariti sono l’8,49% del totale dei malati.
Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli è in autoisolamento al Mise dopo aver avuto un contatto diretto con l’assessore lombardo Alessandro Mattinzoli, risultato positivo al coronavirus. Patuanelli, che non ha alcun sintomo, è stato sottoposto al test ed è risultato negativo. Rimarrà in isolamento fino a martedì.
Sono positivi al Covid-19 due assessori della regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini (Politiche per la Salute) e Barbara Lori (Montagna). Entrambi sono in buone condizioni, in isolamento nelle rispettive case. Negativo il presidente Stefano Bonaccini.
Contagiata da Covid-19 anche la sindaca di Piacenza Patrizia Barbieri, in isolamento a casa.
Quattordici dei 21 turisti lodigiani in viaggio in India sono risultati positivi al test. Si trovano in quarantena in una struttura militare a Delhi.
Nel trimestre marzo-maggio sono previsti oltre 31 milioni di turisti in meno in Italia, con una perdita di 7,4 miliardi di euro. I calcoli sono stati fatti da Confturismo-Confcommercio alla luce dell’evoluzione dell’ultima settimana dell’epidemia.
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha presentato ieri al tavolo convocato dal governo con le parti sociali, presente il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte un piano straordinario triennale e con una dote finanziaria nella Ue da oltre 3mila miliardi di euro, ricorrendo a eurobond a 30 anni garantiti dalle infrastrutture stesse. Il piano prevede anche: azione urgente di sostegno al credito, per dare più liquidità alle imprese; semplificazioni burocratiche; incentivi all’occupazione giovanile; stimoli agli investimenti privati, potenziando gli incentivi fiscali, con misure specifiche per il Mezzogiorno. «Aprire tutti i cantieri, ricorrendo a commissari straordinari, come per il ponte Morandi» scrive Il sole.
Sono buone e stabili le condizioni del neonato di poche settimane risultato positivo e ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
È ritornata a casa e sta bene la moglie di Mattia, il paziente 1, il 38enne di Codogno e la prima persona che è risultata contagiata dal coronavirus in Lombardia. La donna, all’ottavo mese di gravidanza, è stata dimessa dall’ospedale Sacco.