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15/03/2020 11:25:00

Dalle zone rosse, diario dal disastro. Abbandonare le speranze

 di Domenico Cacopardo

15 marzo 2020

«La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte dell’Italia. Condotti dal filo della nostra storia, noi passiamo a raccontar gli avvenimenti principali di quella calamità; nel milanese, s’intende, anzi in Milano quasi esclusivamente: ché della citta quasi esclusivamente trattano le memorie del tempo … per buone o cattive ragioni.»

L’attualità delle parole di Manzoni, si ritrova nella quotidianità dell’andamento del Corona-virus in queste zone investite, per ora, più di altre, e boccheggianti sotto i colpi duri, inevitabili dello stesso.

Ieri, il commissario regionale per l’Emilia Romagna all’emergenza, Sergio Venturi, nell’affermare che il 16% di aumento dei contagiati rientrava nell’ambito di ciò che era atteso, aggiungeva che lo tsunami stava lasciando Piacenza per abbattersi su Parma.

In città, infatti correvano sul filo delle comunicazioni telefoniche cellulari, notizie allarmanti e angoscianti. Il colpo di grazia, di sera, l’ha dato La7 con un servizio da Fidenza, il grosso borgo (come si diceva una volta “operoso”) a 20 chilometri dal capoluogo. Qui di recente è entrato in esercizio un nuovo ospedale (Vaio) che è il concentrato della tecnica più avanzata, tanto che non era difficile che parmigiani di città preferissero farsi curare in provincia.

La7 ha intervistato sanitari e l’addetto alla morgue ospedaliera, mostrando la cappellina del nosocomio colma di bare, così colma che l’operatore non ci si poteva muovere. Ieri, fra l’altro, il Pronto soccorso dedicato al Corona-virus, a Fidenza, è stato chiuso per un intero, interminabile pomeriggio per eccesso di afflusso di sospetti casi di Covid-19. Dunque, l’ospedale di Fidenza non è in condizione di accogliere uno ammalato se non in caso di decesso di qualche ricoverato. Ma accade -dichiarazione del sindaco Andrea Massari (Pd) - che ci sono casi di deceduti in casa e di famiglie di anziani sterminate. Nelle condizioni attuali, ci vuole tempo e personale (non disponibile) e volontari per raccogliere i resti delle povere vittime della pandemia. Infine, l’organizzazione preesistente non è in grado di «smaltire» le salme accumulate nella cappella e nella morgue. Esse vengono avviate al crematorio che sta lavorando h. 24. Anche oggi che è domenica.

I congiunti degli ammalati ricevono telefonicamente loro notizie. In caso di decesso, nessun familiare può avvicinarsi all’obitorio e assistere alle fasi preliminari e conclusive della cremazione dei resti del congiunto.

Racconto queste raccapriccianti notizie proprio per indurre qualche lettore a riflettere e, soprattutto, nelle zone libere - o quasi - dal male del Sud e dell’amata isola, regolarsi secondo le disposizioni delle autorità. Qui siamo nel mezzo del peggio del peggio. Non sappiamo quando finirà. Ogni sera, prima di addormentarsi, ognuno pensa con timore a ciò che potrà trovare la mattina e al risveglio a ciò che la giornata gli riserva.

Medici ospedalieri dei reparti dedicati al virus non tornano a casa da giorni, affrontano turni massacranti insieme a infermieri e addetti. Ogni tanto - e non sono pochi - qualcuno viene fermato dal male.

Se ci sono aree felici, esse possono diventare in breve un inferno. Pochi giorni fa, ancora mercoledì, il bel tempo rendeva Parma gradevole. I parchi assolati vedevano giovani e anziani dedicarsi ai “percorsi della salute”. In breve l’incantesimo s’è rotto e la dura realtà di una vera e propria pestilenza si è fatta strada, stringendo alla gola la città e la sua provincia.

Poiché questa evoluzione si può evitare, evitatela, adeguando i vostri comportamenti alle esigenze sanitarie. Anche in famiglia, dov’è più difficile guardarsi l’uno dall’altro.

La speranza, un sentimento consolatorio e vano, va sostituito dalla collaborazione e dall’impegno personale. Un sacrificio, tutto sommato, sopportabile soprattutto se confrontato al peggio che può accadere.

www.cacopardo.it