Gioacchino Veneziano, segretario regionale della Uilpa. Qualche giorno fa avete bloccato una sommossa dei detenuti. Ha colpito una sua dichiarazione con la quale diceva che, all’interno del carcere ci sono dei delinquenti e non c’entra nulla la protesta con le condizioni imposte dalle nuove regole per contenere il coronavirus.
Io credo che al di là della presunzione d’innocenza che è fondamentale in uno Stato democratico, quello che si è visto ha dimostrato che all’interno delle carceri non ci sono le “Suore Orsoline”. A Trapani si erano attrezzati con mazze e pezzi di cemento prelevati dal tetto, non tutti però. Ho detto che ci sono stati dei detenuti che non hanno partecipato alla sommossa e che questi sono da tutelare. Noi abbiamo l’onere di tutelare non solo la nostra pelle e di garantire l’ordine pubblico ma anche quei detenuti che non hanno partecipato alla rivolta. Chi si è macchiato di questi reati e di aver causato tanti danni non ha possibilità di recupero. Chi mette a rischio la vita di altri, per me dovrebbe avere un percorso di reinserimento differenziato. Per me chi si macchia di questi atti ha necessità di essere trattato come lui ha trattato la società che ha cercato di reinserirlo, ovviamente non come hanno fatto loro ma con un percorso di reinserimento a tappe.
Quanti detenuti hanno partecipato alla protesta?
Credo tra i 40/50. Abbiamo le immagini, anche se abbiamo avuto tutte le telecamere rotte. Abbiamo comunque individuato i responsabili di questa sommossa che è una vergogna di una società intera.
Ci sono tanti danni al reparto?
Assolutamente, ci sono danni ingenti. Il nucleo operativo delle traduzioni sta procedendo al trasferimento di diversi detenuti in altre carceri.
E’ d’accordo con la proposta di indulto che arriva da più parti?
Non sono per nulla d’accordo. Posso essere d’accordo per i detenuti che non hanno partecipato alla sommossa, ma per quelli che si sono macchiati di questo saccheggio no. Saranno perseguiti per quello che hanno combinato.
Veneziano, quanti detenuti ci sono per cella?
Siamo all’interno dei parametri europei. Abbiamo celle da quatto, da due e da una persona. Non c’era un problema di vivibilità. Comunque il problema delle telefonate era già stato superato.
E’ allora molto pretestuosa tutta la vicenda.
Sicuramente, io sono stato giovane e quando facevo le proteste non andavo a rompere le case o a fare del male alle persone. Questo non è un Governo che ha tolto diritti ma c’è un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che riguarda l’emergenza coronavirus e che deve essere rispettato anche all’interno del carcere.