In provincia di Trapani si vive l'emergenza coronavirus in condizioni estremamente precarie: non ci sono adeguati posti letto negli ospedali, a causa di scellerate scelte, anche recenti, ad ogni livello. C'é molta disorganizzazione, medici e infermieri si lamentano di non avere la protezione adeguata, addirittura i medici di base hanno dovuto aspettare tre settimane per avere delle linee guida (e anche loro sono senza mascherine), non c'è una comunicazione adeguata sui casi positivi nei diversi Comuni.
In tutto ciò per il manager dell'Asp, Fabio Damiani, la colpa è ... dei giornalisti. Ecco cosa scrive, infatti, in una nota inviata ieri, facendo, con superficialità, di tutta l'erba un fascio (è come se noi scrivessimo che dato che alcuni medici e alcuni funzionari dell'Asp non sanno fare il loro mestiere, allora tutta l'Asp è incapace...):
“In questo momento di emergenza sanitaria nazionale da Covid-19 numeri, dati, casi di ammalati si sovrappongono e si accavallano. In un frangente così grave e particolare è più che mai necessaria una riflessione sul potere della comunicazione e sulle modalità con le quali le notizie vengono diffuse e rivolte ai cittadini.
Non c'è dubbio che l'attuale calamità debba essere rappresentata e comunicata a tutti i lettori ma di sicuro va considerata la ripercussione di certa comunicazione emergenziale carica di enfasi distruttiva e preoccupante: stampa, tv, social dovrebbero aver presente sempre le conseguenze dell'impatto forte delle parole sulla gente. Il rischio è enorme: generare ansia, panico, spavento e nei momenti di criticità questa è il peggior effetto della peggior informazione.
Esprimo la mia personale critica a chi, operando nel settore dell'informazione, e avendo il delicato compito del trasferimento delle informazioni alla collettività, non misura gli effetti di notizie false e non verificate, raccogliendo spesso senza alcun riscontro contenuti infondati, le cui conseguenze anche sul piano psicologico non sempre sono controllabili.
Invito tutti gli operatori dell'informazione al maggior rigore possibile evitando di divulgare “notizie” prive di reale trasparenza nei contenuti, che alimentano un clima sempre più drammatico e ansiogeno”.
Il clima ansiogeno, purtroppo, è anche l'Asp che contribuisce a generarlo. E' stato lo stesso manager, ad esempio, a dichiarare qualche giorno fa che tra gli stessi operatori dell'Asp ci sono diversi contagiati, salvo poi cercare con l'ufficio stampa di scaricare sui giornalisti la responsabiltà di aver divulgato questa notizia.
Al di là della deriva dei social, le testate giornalistiche sono infatti costrette, in mancanza di aggiornamenti costanti e non "una tantum", ad affidarsi alle ricostruzioni di chi è nel territorio, cercando di verificare il più possibile le informazioni dalle fonti più diverse. Non è facile, e ognuno lo fa con la professionalità che ha.
Ma sfogarsi con la stampa, in questo momento, per fare le classiche liste di chi è "bravo" e chi no, dovrebbe davvero essere l'ultimo dei problemi di chi guida l'Asp ...