Giuseppe Scarcella, sindaco di Paceco, che atmosfera si vive in città con l’emergenza coronavirus?
Abbiamo un solo caso di coronavirus, un signore di 80 anni che è ricoverato ma non in terapia intensiva. La figlia del signore ha alcuni sintomi, le è stato fatto il tampone ma ancora non ha ricevuto l’esito e ha fatto una tac che ha dato esito negativo per quel che riguarda i polmoni. Il caso rimane solamente uno. C’è comunque preoccupazione, il verificarsi di questo caso di positività ha generato ulteriore timore. Ma posso dire che si tratta di un signore che si è trovato all’estero accompagnato dalla figlia e da quando è rientrato è rimasto in quarantena fino a quando non è stato trasferito in ospedale. Anche i figli non vedono il padre da venticinque giorni, perché si sono autoisolati interpretando correttamente il decreto governativo e la logica del buon senso.
Paceco registra casi di persone che non rispettano il decreto anticoronavirus o c’è una responsabilità sociale?
No devo dire che sin dalle prime ore della giornata vengono effettuati i controlli da polizia municipale e carabinieri, e i vigili urbani in questo caso utilizzano anche l’auto munita di altoparlante che a voce alta invita le persone a rimanere a casa. Non c’è neanche presenza significativa sulle strade. C’è qualche caso sporadico legato a qualche necessità. Ci troviamo in una situazione monitorata e sotto controllo ed evidentemente chi va a violare la legge verrà punito, cosa che è già avvenuta in due/tre casi.
Sindaco Scarcella, avverte adesso ancor di più la responsabilità della sua figura di primo cittadino di Paceco?
Io mi sono assunto la responsabilità quando ho deciso di candidarmi. Per me è un grande onere che sto cercando di assolvere nel migliore dei modi. Le responsabilità non mi fanno paura, sono impegnato in questo momento h24 per garantire quella presenza necessaria sia nei momenti difficili ma non solo, per cercare di svolgere al meglio la funzione per cui sono stato chiamato.