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21/03/2020 16:20:00

Dalle zone rosse, diario dal disastro. La partita che ha contagiato tutti

di Domenico Cacopardo

21 marzo 2020

Nella mia vita - e in quella di molti coetanei siciliani - l’ingresso di questa primavera ricorda quella del ’43, quand’eravamo tutti in attesa dello sbarco alleato e godevamo di speciali attenzioni dei bombardieri americani e inglesi. A Taormina, nell’hotel San Domenico, era installato il generale Albert Kesserling, allora comandante del fronte siciliano. La città subì quindi alcuni devastanti attacchi, da cui Kesserling riuscì a sfuggire in modo rocambolesco: il Genio aeronautico germanico aveva spianato la cima di un colle, proprio sul mare, e ne aveva ricavato una cortissima pista a uso di piccoli aerei da ricognizione, chiamati Cicogna. Ne vidi tanti decollare: rullavano sulla pista in terra battuta e, una volta giunti alla fine, perdevano immediatamente quota, come se dovessero inabissarsi in mare, ma a pochi metri dall’impatto riprendevano quota e andavano. Ecco, quando i punti di avvistamento indicavano l’arrivo imminente di una squadriglia anglo americana, Kesserling saltava su un moto-sidecar e a folle velocità si faceva accompagnare all’aeroporto. Si racconta che una volta la sua Cicogna decollò mentre le prime bombe colpivano la zona di Porta Catania (vicinissima al San Domenico).

Ora, in questo primo giorno della stagion de fiori siamo tutti in attesa di qualcosa che di sicuro verrà, senza che, tuttavia, un qualche segno ci aiuti a indovinare il quando: il picco, il flesso e la fine della pandemia.

Il quadro è purtroppo molto negativo. E non solo per il numero dei contagiati, per il numero di nuovi contagiati quotidiani, per il numero dei decessi, ma per l’emergere continuo di episodi di irresponsabilità o incoscienza, i cui effetti vengono pagati a caro prezzo.

Per esempio, il 19 febbraio è stata disputata a Milano, San Siro, la partita di Champions Atalanta-Valencia.

Riprendo qui le considerazioni di Repubblica-Milano:

Per molto, troppo tempo, si è cercato il paziente 0, il primo positivo che avrebbe contagiato gli altri. Fatica sprecata. Per questo si è cominciato a rileggere a posteriori un mese di calvario lombardo provando a rispondere non più alla domanda "chi ha contagiato chi", ma a cercare che cosa possa aver aiutato la diffusione del contagio. Massimo Galli, responsabile del reparto malattie infettive al Sacco di Milano: «Certamente - dice - quella partita può essere stata un importante veicolo di contagio. Penso che l'epidemia sia partita prima, nelle campagne, durante le fiere agricole e nei bar di paese. Ma il fatto di concentrare decine di migliaia di persone della stessa zona nello stesso luogo può essere stato un importante fattore di diffusione».

Non basta: lo stadio milanese, se l'ipotesi è corretta, diventa l'appuntamento di Samarcanda che trasforma una festa dello sport nell'incipit di una tragedia ... il 13 febbraio, nella regione Valenciana muore un uomo, che soltanto il 3 marzo, quando ne verrà riesumato il cadavere, risulterà positivo al coronavirus. È il primo decesso accertato per Covid-19 in Spagna. Quell'uomo era un caso isolato? O tra i 2.500 fan che arriveranno a Milano la settimana successiva c'è qualcuno già infetto? Il 14 febbraio, nella trattoria-pizzeria "Da Cecca" di Zogno si festeggia San Valentino … il 23 febbraio, e sono ancora i post a confermarlo, i clienti di quella sera vengono contattati dall'Asl perché uno degli avventori è risultato positivo al coronavirus. 13 e 14 febbraio: il virus gira nella regione valenciana e a Zogno, venti chilometri da Alzano e Nembro, due degli epicentri del contagio. Mancano sei e cinque giorni a San Siro … il giorno dell'andata degli ottavi l'esodo dei bergamaschi che raggiungono il Meazza coinvolge più di 45 mila tifosi (record di sempre per l'Atalanta). Arrivano da ogni dove: da Bergamo, dalla pianura, dalle valli. Vogliono esserci nel giorno in cui il calcio orobico scrive la storia. I pullman, censiti dal tifo organizzato, sono 28. Poco più di 1.500 persone. Gli altri, la maggior parte, arrivano in macchina. Due ore per fare 50 chilometri. Ci sono tra loro anche quelli che abitano nei 38 comuni della val Seriana, uno dei focolai del contagio … 540 persone secondo quanto Repubblica ha ricostruito in base ai dati forniti dal tifo organizzato.

Non aggiungo altro, poiché quest’esempio mostra come sia avvenuta l’esplosione bergamasca e quanto ciechi e sordi siamo stati noi italiani - e, particolare sconvolgente - le nostre autorità.

Tuttavia, oggi non tutto è negativo. Sono accaduti alcuni fatti che ci spingono all’ottimismo almeno sul dopo, sin qui sin troppo oscuro. Il primo è la decisione della Bce di allargare al 31 dicembre il quantitative easing e di definirne le dimensioni in 750 miliardi di finanza fresca da distribuire tra gli stati, mediante acquisto di titoli.
E il secondo, ancora più importante, è la decisione dell’Unione europea di sospendere il Fiscal compact permettendo agli stati di ampliare il loro debito quanto serve per combattere il virus e adottare tutte le misure di emergenza. Poiché Ursula von der Leyen - che ha annunciato la decisione- è la Presidente della Commissione europea, e non è uno tanti politici italiani abituati a spararle grosse, insomma quaquaquaraqua. Si tratta, perciò, di un fatto storico che mostra agli italiani il volto amico e luminoso dell’Unione. E consente di immaginare che, per il dopo (risanamento e rilancio) l’Europa si comporterà, anzi dovrà comportarsi, in conseguenza. Sotto il cielo del continente non siamo soli.