A Trapani Anna Garuccio, consigliera comunale, ha inviato una nota al sindaco della città, Giacomo Tranchida.
In considerazione del momento difficile la consigliera ha cercato un punto di collaborazione per il bene della città: “Lontana da cedere il fianco a qualsiasi polemica sterile, provocazione e offese rivolte alla sottoscritta, e senza voler sconfinare nelle competenze altrui, sempre rimanendo fedele al proprio ruolo, sento il dovere di evidenziare, adesso con forza, quei problemi quotidiani che necessitano risoluzione e che probabilmente sfuggono all'Amministrazione”.
L’emergenza da Coronavirus, evidenzia la Garuccio, ha costretto molte persone a bloccare le attività e quindi a rimanere senza lavoro per molti giorni, il che significa nessuna entrata economica: “Molti lavoratori invece hanno subito la cassa integrazione che non riceveranno certamente in tempi celeri. Questo il dipinto della situazione sociale attuale. Sono tante le famiglie che in questi giorni hanno bussato alle porte delle chiese e dei conventi. Famiglie che in precedenza non avevano mai espresso alcun bisogno di aiuto...La politica ha il dovere di aiutarli”.
Si legge poi nella nota che la stessa amministrazione chiede ai cittadini, attraverso un Protocollo d'intesa con la Croce Rossa, di contribuire nell'acquisto di beni della spesa attraverso il "carrello solidale".
La consigliera si chiede e chiede al sindaco: “Come potrebbero queste stesse famiglie contribuirvi se esse stesse sono oggi diventate bisognose?
Non si può accettare dall'Amministrazione un Protocollo d'Intesa come quello posto in essere in cui la stessa chiede: alla Croce Rossa di mettere a disposizione tutte le sue preziose energie insieme ai volontari che ogni sera ritirerebbero i beni alimentari per poi consegnarli il giorno seguente, ai cittadini trapanesi di contribuire nelle donazioni attraverso l'acquisto di alimenti, mentre l'unico contributo dato dall'amministrazione si limiterebbe nella consegna di un elenco delle famiglie bisognose fornito dai Servizi Sociali Comunali”.
Inaccettabile per la Garuccio è che l’ente Comune non abbia previsto una somma di solidarietà ma che abbia delegato agli altri la beneficenza: “La sottoscritta non ci sta! Infatti sarebbe questo sistema stesso a generare nuovi divari. In primo luogo perché gli elenchi dei Servizi Sociali, se pur corposi, non sono completi. Sono tanti i soggetti che non vengono considerati bisognosi solo perché non rientrano in quelle caratteristiche indicate dai Comuni, ma che in realtà sono poveri e che bussano continuamente alle porte delle chiese. E in secondo luogo, ma non per importanza, questo elenco è assolutamente sprovvisto dei nuovi bisognosi: uomini e donne che lavorano non in regola, nuovi cassaintegrati, estetisti, parrucchieri, negozianti, possessori di partita Iva... Sono alcuni di loro che hanno chiesto aiuto negli ultimi giorni e sono tanti e nessuno ne possiede le generalità. L'Amministrazione trapanese non si può limitare a fornire elenchi. Difronte ad un'emergenza del genere la politica deve stanziare i fondi a tutela di tutti i cittadini per evitare privelegiati e non privilegiati.
L’amministrazione non ha soldi per aiutare i cittadini e fronteggiare l’emergenza povertà scaturente da quella sanitaria ma guarda caso impegna le somme, in data 16 marzo, per l’acquisto di piante "per addobbi floreali al fine di migliorare l'aspetto delle fioriere cittadine" per un impegno di spesa di 748,00€".
La Garuccio propone che venga utilizzato il fondo di riserva per gli aiuti alimentari creando un punto di distribuzione regolarizzato in turnazioni che impediscano assembramenti, o attraverso la creazione di un database (protetto da privacy) per mezzo della presentazione di domande inviate all'amministrazione comunale mezzo mail in cui siano indicati tutti i dati utili al raggiungimento e alla distribuzione dei beni.