La chiusura delle scuole determinata dall’emergenza epidemiologica causata dal nuovo coronavirus, ha portato alla sospensione ex lege di tutte le attività scolastiche per le scuole di ogni ordine, compresi asili nido e scuole dell’infanzia. La conseguenza immediata per i genitori e i responsabili di bambini e ragazzi è che cosa fare con le rette da pagare e con quelle già pagate.
Buona parte degli istituti, fra asili nido, scuole dell’infanzia e scuole private stanno, comunque, continuando a richiedere il pagamento delle spettanze contrattualmente o statutariamente stabilite, riferendosi principalmente e nella quasi generalità dei casi a clausole contrattuali che appaiono a dir poco vessatorie, in special modo nella situazione emergenziale che stiamo vivendo, nonostante l’assenza delle prestazioni e servizi scolastici se non quelli che si riescono a consentire online e con i bambini e ragazzi a casa.
"Sussistono pochi dubbi interpretativi - scrive in una nota lo “Sportello dei Diritti” - perché se il servizio non è erogato, nessun corrispettivo economico è dovuto. Mentre se è reso solo parzialmente fruibile, come nel caso delle lezioni online anche il prezzo pattuito va proporzionalmente ridotto. È bene ricordare e fare presente che nei contratti a prestazioni corrispettive, se la prestazione non è erogata, anche se non è colpa della scuola, la retta non va pagata. Mentre se lo è solo parzialmente, l'altra parte - e quindi i genitori e coloro che hanno la responsabilità degli scolari - ha diritto a una corrispondente riduzione della prestazione da essa dovuta e quindi ad una proporzionale riduzione della retta.