Una poesia inventata, attribuita ad un poeta dell'antica Grecia mai esistito, in realtà. Tema, ovviamente, l'isolamento da virus. E ci sono cascati tutti.
Storie di diversa viralità, potremmo chiamarle. Le notizie, in queste settimane di quarantena, viaggiono più veloci del solito, di computer in computer, di cellulare in cellulare. È naturale il desiderio di rincorrere questo presente che sfugge, con articoli e inchieste ma anche con poesie e immagini che ci permettano di immedesimarci. E offrirci, magari, delle finestre di speranza.
Il rischio che si corre è sempre uno: saranno poi veri tutti questi testi che inondano i nostri smartphone?
In una piccola e divertente "bufala" dal sapore antico c'è cascato pure il presidente della regione Veneto, Luca Zaia.
Durante una conferenza stampa, a conforto dei suoi ascoltatori, ha voluto condividere alcuni versi dello storico Eracleonte di Gela, risalenti al 233 a.C., che cominciano così:
E’ iniziata l’aria tiepida
e dovremo restare nelle case
per le Antesterie
le feste dei fiori
in onore a Dioniso
Non usciremo
non festeggeremo
bensì mangeremo e dormiremo
e berremo il dolce vino
perchè dobbiamo combattere
Sembra proprio che parlino del nostro tempo. Che descrivano perfettamente i sentimenti che viviamo oggi, chiusi in casa, privati della possibilità di vivere la primavera, di festeggiare normalmente la Pasqua. "Dobbiamo combattere", scrive Eracleonte. E come più volte è stato detto, la lotta contro il coronavirus è una vera e propria guerra.
Solo una cosa bisogna dire. Che Eracleonte di Gela, che ha scritto questo componimento che grazie ai social ha attraversato l'Italia ed è arrivato addirittura a Luca Zaia, ecco, Eracleonete di Gela non esiste. Non è mai esistito. In realtà è un perito informatico di Palermo, tale Marcello Troisi, che ha provato a testare un esperimento di diversa viralità. Ha pubblicato su Facebook la lirica dello pseudo-storico gelese e ha lasciato che si diffondesse. Quando sua figlia gli ha riferito che le era ritornata da una sua amica del Nord, ha capito che l'esperimento aveva funzionato.
I contagi, di qualsiasi tipo, ci sorprendono per la loro capacità di diffusione. E talvolta per la loro pericolosità. Soltanto che per certi virus -come le fake news - ancora non si cerca alcun tipo di vaccino.