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06/04/2020 06:00:00

Violenza di genere a Marsala, è polemica tra Ginetta Ingrassia e i centri antiviolenza

 E’ scoppiata la polemica tra la consigliera comunale Ginetta Ingrassia e i centri antiviolenza Metamorfosi e Casa di Venere. Qualche giorno fa la consigliera Ingrassia, visto il perdurare della quarantena e della grave situazione legata alla violenza consumata dentro le mura domestiche, acuita a causa della limitazione degli spostamenti, ha diramato una nota con una serie di proposte di cui ha investito l’amministrazione comunale.

La condizione di isolamento aumenta le possibilità di controllo e di limitazione della libertà della donna e le mura domestiche possono diventare il luogo dove si consumano violenze e delitti - scrive la Ingrassia - inoltre la riduzione dei contatti esterni rappresenta un forte ostacolo, un rallentamento all’emersione e denuncia di situazioni di violenza e un impedimento alla richiesta di aiuto, ed invita l’amministrazione comunale ad istituire un fondo speciale per le vittime di violenza domestica per sostegno, consulenza e protezione, individuando anche luoghi di accoglienza sicuri. Inoltre è necessario aprire una linea di ascolto per l’emergenza e attivare incontri di gruppo su Skype e contatti continui h24 di consulenza e aiuto”.

Molto dura la risposta che è arrivata congiuntamente dalla Casa di Venere e dal centro Metamorfosi. Le volontarie, che svolgono questo ruolo con tanti sacrifici, pongono delle criticità alle proposte della Ingrassia: da dove attingere i fondi per istituire a sua volta il fondo per le vittime di violenza?

Ancora più difficile l’apertura di una linea di ascolto per questa fase di emergenza, le associazioni ritengono sia meglio potenziare le linee già esistenti, con due numeri attivi ventiquattro ore al giorno e un numero verde presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Marsala: “Ci viene da pensare che non si conosca nulla del lavoro dei Centri Antiviolenza e della Rete, costituita negli anni, per il sostegno delle donne vittime di violenza. Piuttosto che pensare ad attivare nuovi servizi, che risulterebbero una copia di quelli esistenti e strutturati ad hoc per mostrare interesse per un argomento “ in voga” , si pensi a strutturare linee politiche costruttive in favore delle donne, che vadano oltre il proprio colore politico, durature nel tempo e che possano dare continuità al lavoro svolto sul campo dai Centri Antiviolenza”.

Le volontarie fino al 9 marzo hanno svolto quotidianamente l’opera di ascolto presso lo sportello Antiviolenza presso la Procura, il lunedì-mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 13.00, mentre il martedì e il giovedì pomeriggio dalle 15.00 alle 19.00.
La consigliera, inoltre, ha chiesto la possibilità di supportare queste donne vittima di violenza con dei collegamenti su Skype, uno strumento utilissimo per chi è costretto a stare lontano in questo periodo di quarantena, di difficilissima realizzazione in quei contesti ove la violenza si consuma anche in considerazione del fatto che chi subisce ha delle difficoltà a lasciarsi andare nel racconto di quanto accade, farlo in gruppo, all’americana, è improbabile.

I Centri Antiviolenza assicurano poi che da dieci anni, incessantemente anche durante le festività, hanno garantito massima assistenza così come stanno facendo adesso, nonostante la pandemia, con le dovute accortezze, mantenendo la reperibilità telefonica h24 e l’ascolto telefonico di prima accoglienza: “Sono stati interrotti i percorsi di sostegno psicologico vis a vis, ma resta attivo il supporto telefonico, di prima accoglienza e/o anche psicologico sia per le utenti che ne facciano richiesta che per le utenti già prese in carico”.

Casa di Venere e Metamorfosi ritengono l’intervento della consigliera Ingrassia strumentale, sottolineando come nei cinque anni di consiliatura nessuno ha mai preso a cuore l’emergenza sociale della violenza contro le donne: “Pensiamo che la richiesta di costituzione di un fondo per le donne vittime di violenza, ora, in questo periodo storico, sappia molto di strumentalizzazione, un modo per attirare l’attenzione su di un tema scottante, di cui i soggetti promotori della proposta in questione, non si sono mai occupati nei 5 anni di mandato. Le linee operative in favore delle donne vittime di violenza potevano essere attivate prima. I Centri Antiviolenza hanno sempre lavorato in raccordo con l’Amministrazione comunale e con tutte le altre istituzioni nell’interesse delle donne… Si sono istituiti Protocolli Operativi con Prefettura, ASP, Forze dell’Ordine, Servizi Sociali e Case Rifugio. Che ben venga l’istituzione di un fondo per le donne vittime di violenza, lo si istituisca prendendo delle reali posizioni di difesa delle vittime, senza alcun colore politico, un impegno reale, proficuo, fatto ad hoc per la nostra città e per le esigenze del nostro territorio. Desideriamo che non si parli di ciò che non si conosce e soprattutto che non si speculi nè sul dolore delle donne nè tanto meno sull’ emergenza, perché noi operatrici siamo ogni giorno in emergenza per proteggere le donna ed i loro figli”.

L’attenzione è poi alle azioni della politica che dovrebbero costruire un modello operativo reale di “genere”: “I toni denigratori e lesivi dell’immagine dei nostri Centri Antiviolenza, per ciò che riguarda le allusioni ad interessi altri che non la salvaguardia delle donne vittime e della diffusione di una cultura e politica di genere, troverà soddisfazione in altre sedi”.

La consigliera Ingrassia, letta la risposta delle associazioni, ha evidenziato che si tratta di una “Riflessione, amara perché anacronistica, che andrebbe piuttosto fatta sul modo e sul tono, capisco non fine a se stesso, un modus operandi che tra l'altro non è consono a chi vanta un ruolo sociale così ineludibile e imprescindibile come le stesse professioniste affermano. Non comprendo il perché di tanto fraintendimento proprio su un tema così drammatico. I toni allusivi e privi di fondatezza alzano barriere.  Perché sentirsi lesi, esclusi: l’iter amministrativo avrebbe sicuramente considerato le competenze nell'attuare gli spunti proposti”.

Non dimenticando l’obiettivo: quello di salvare le donne vittime di violenza si ricorda che chiunque si trovasse in una condizione di violenza fisica o psicologica, di coercizione della propria persona può scrivere e contattare le associazioni a questi numeri:
Centro Metamorfosi: cell. 389 2816097, e-mail: metamorfosionlus@gmail.com
Casa di Venere: cell. 338 5415985

Chiedere aiuto è un atto di coraggio.