I vescovi siciliani scrivono ai cittadini dell'Isola, per testimoniare la loro vicinanza in questi questi giorni della Settimana Santa molti diversi dal solito, in cui si convive con una emergenza sanitaria ed economica mia vissuta prima.
«Il numero impressionante di morti e di contagiati sta mettendo a dura prova la vita delle persone e la tenuta delle istituzioni - si legge nella lettera dei Vescovi -. Ma siamo convinti che si stia apprendendo la dolce legge della condivisione e della compassione. La prova di grande professionalità e di incondizionata dedizione dei medici e del personale sanitario sta consentendo di affrontare con dignità l'emergenza, pur nella inadeguatezza delle strutture ospedaliere».
"Tanti altri motivi di preoccupazione angustiano il nostro cuore di Pastori, pensando ai gravissimi problemi di sopravvivenza determinati da antiche e nuove sopravvenute povertà - affermano -. Il blocco delle attività produttive sta mettendo a dura prova il sistema Paese e prelude a una crisi depressiva dell'apparato economico che inciderà sullo sviluppo dei prossimi anni e sulla qualità della vita delle famiglie e, in particolare, delle nuove generazioni. In questo contesto ci addolora tanto la sospensione della vita liturgica, delle attività pastorali e dei progetti formativi. La celebrazione della messa nella solitudine delle nostre chiese, il digiuno eucaristico forzato dei fedeli, l'impossibilità di raccomandare a Dio le anime dei defunti e di dare il conforto della fede ai familiari nel rito delle esequie. È motivo di conforto, provvidenzialmente, l'attività solidale delle Caritas diocesane e di quelle parrocchiali che, unitamente a organismi di volontariato e in rapporto di collaborazione con le amministrazioni comunali, si stanno adoperando per alleviare l'indigenza di tante famiglie con la distribuzione di alimenti, offerti anche dalla generosità di singole persone e di aziende produttive. Al ricordo grato per loro associamo quello per quanti sono impegnati nelle attività che consentono gli approvvigionamenti di viveri e di quanto occorre per la vita domestica".
"Guardare alla Pasqua, alla Risurrezione, significa pensare con speranza al tempo in cui questa drammatica prova si concluderà - concludono i Vescovi - dobbiamo fin da ora pensare seriamente al compito e alla missione che ci attendono, in spirito di collaborazione e con creativa lungimiranza, nell'immane opera di ricostruzione umana, sociale ed economica".