“Ogni 25 aprile è diverso e uguale. È uguale perché è festa nazionale. È la festa da cui deriva tutta la nostra organizzazione democratica fino a oggi: la Costituzione e lo Stato democratico.
È la Festa della Liberazione in cui donne e uomini, partigiane e partigiani, scesero dalle montagne e dalle colline ed entrarono nelle città e le liberarono dalla presenza nazifascista – afferma Giuseppe Nilo, presidente della sezione Anpi di Marsala -. Questo 75° anniversario dalla Liberazione non possiamo, giustamente, celebrarlo a causa del coronavirus e quindi essere presenti nelle piazze, fare i nostri cortei. Tuttavia, questo virus che mette in ginocchio il nostro Pese e il mondo intero, non cancellerà la memoria del sacrificio dei tanti partigiani e partigiane che hanno anteposto l'amore per la democrazia e della libertà alla propria vita”.
Da qui l’idea di celebrare il 25 aprile attraverso i socialnetwork, in modo da raggiungere quante più persone possibile puntando sulla conoscenza dei partigiani marsalesi, a cominciare dai caduti. Così, dal primo di aprile, e per ogni giornata, la pagina facebook della sezione marsalese dell’ANPI ha accolto una storia, un volto e soprattutto un esempio di coraggio e di amore per la libertà che ha il nome di un uomo o di una donna nato/a nella città lilybetana.
Il primo ad essere postato è stato Vincenzo Alagna, carrettiere di Digerbato che si è distinto per coraggio e ampiezza d’animo; deportato nel campo di Fossoli, fu ucciso all’età di 18 anni.
Tra le storie postate anche quella di Francesca Alongi: “Operativa con una formazione autonoma dell’VIII Divisione Alpina valle dell’Orco. Raccontò la mamma come la sua figliola, di carattere riservato e tranquillo e amante dello studio, fosse indotta a lasciare la famiglia a 17 anni per raggiungere le formazioni da un discorso trasmesso per radio in cui Graziani invitava la popolazione a denunciare e uccidere i “banditi”. Per 6 mesi svolse quindi attività di staffetta nella zona del lago di Candia e si prodigò in ogni modo per alleviare la dura vita dei partigiani. Alla Liberazione la mamma la cercò festante fra le colonne di partigiani che scendevano verso Torino e portava sul braccio un soprabito perché si potesse subito cambiare, ma non la vide giungere. Solo dopo qualche giorno seppe che era stata uccisa in un agguato a Montalenghe l’11 gennaio 1945”.
Un’altra partigiana caduta ricordata è Bice Cerè, morta in combattimento, ferita a Ca' di Guzzo fu portata all'ospedale di Firenze dove morì. È ricordata nel Sacrario di Piazza Nettuno e nel Monumento alle Cadute partigiane a Villa Spada. Faceva parte delle partigiane della Divisione Bologna Montagna Lupo - 62a Brigata Garibaldi "Camicie Rosse Bologna" poi "Pampurio". Altri post riguardano: i fratelli Chirco, Giuseppe Gino e Manlio Vittorio fucilati nella Caserma "E. Reatto" di Bassano del Grappa, la mattina del 24 settembre insieme ad altri 12 partigiani. Sono già stati postati i dati e le informazioni raccolte su: Cialona Antonio, Cirobisi Cosimo, Currò Giuseppe, Di Giovanni Antonino Maria Luigi, Ferro Angelo, Figlioli Giovanni Renzo Tarcisio, Fortunato Leonardo e di Monti Vero Felice Ernesto Fondatore Nel 1946 Dell' A.N.P.I. Marsala – Trapani.
“Come A.N.P.I. Sezione di Marsala posteremo brevi biografie di Partigiani Marsalesi - aggiunge Nilo -.
Questo sarà il nostro modo di celebrare il 25 Aprile 2020”. Saranno tutte pubblicate al seguente link.