Roberto Burioni smonta l'ultima bufala sul coronavirus che corre su WhatsApp. È quella del fantomatico "cardiologo di Pavia" secondo cui il calo del numero di ricoverati per Covid-19 è dovuto all'uso, recente, di farmaci antinfiammatori. "Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio!", si legge nella catena di Sant'Antonio inoltrata in queste ore da telefono a telefono secondo cui non si muore di polmonite ma per microtrombosi venose.
"Prima il farmaco russo, poi il farmaco giapponese, poi il laboratorio cinese, da qualche giorno mancava una bufala sul coronavirus ed è puntualmente arrivata: il cardiologo di Pavia", scrive il virologo sul suo sito Medical Facts.
"Sì, perché gira una lettera di un ipotetico cardiologo di Pavia (ovviamente il nome non compare, per cui dobbiamo credere che esista con un atto di fede, che ben si intona con il periodo), un genio che ha capito tutto mentre l’intero mondo si sbaglia e che – guarda caso – ha anche trovato la soluzione: una cura semplicissima, quasi banale, che risolverebbe il problema", ovvero che bastano degli antinfiammatori per vincere il virus e rimuovere i divieti in quattro e quattr'otto.
"Purtroppo, così come il farmaco russo e il farmaco giapponese, anche questa è una scemenza di proporzioni immense. Lo scritto mette insieme alcune cose vere con altre scemenze olimpioniche, e arriva a conclusioni che definire senza senso è generoso. Insomma, anche in questo caso una bufala. Ricordatevi: le notizie di nuove cure non arriveranno su Whatsapp dalla chat dei genitori della scuola o dei giocatori di calcetto: le troverete nelle riviste scientifiche e noi su Medical Facts ve le racconteremo in maniera istantanea", scrive Burioni.