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09/05/2020 12:30:00

Castellammare, riprende l'iter del progetto del porto. Era fermo dal 2010

 «L’avvio della progettazione esecutiva dei servizi di ingegneria per la messa in sicurezza del primo lotto del porto di Castellammare, mentre sono già ripresi i lavori del secondo stralcio. Ringraziamo l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone che lo ha comunicato nel corso di un sopralluogo effettuato giovedì. Abbiamo evidenziato l’urgenza della messa in sicurezza dell’esistente poiché quanto realizzato non venisse ancora danneggiato dalle mareggiate».

Lo afferma il sindaco Nicolò Rizzo in riferimento all’iter del primo stralcio di messa in sicurezza del porto di Castellammare del Golfo, fermi dal 2010.

 

«Abbiamo sollecitato la ripresa in più incontri operativi alla Regione, Ente gestore dell’appalto, facendo presente, anche in sopralluoghi con i tecnici, la necessità di non danneggiare ulteriormente quanto realizzato con il primo stralcio di lavori al porto che sono fermi da dieci anni. L’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone ha accolto le nostre istanze con la massima disponibilità e sono in affidamento i servizi di ingegneria per la progettazione esecutiva del primo lotto delle opere di messa in sicurezza del porto, che la nostra città attende da troppo tempo –afferma il sindaco Nicolò Rizzo-. Rimarremo in costante monitoraggio dell’iter, augurandoci che non si verifichino altri ostacoli in modo che si possa procedere quanto più velocemente possibile con le opere di salvaguardia del primo stralcio di lavori».

 

I lavori di messa in sicurezza del porto sono stati finanziati con oltre 24 milioni di euro e nel 2010 sono stati fermati per il sequestro del cantiere con l’ipotesi di reato di utilizzo di cemento impoverito. La Procura della Repubblica nel 2013 ha disposto il dissequestro e la restituzione delle aree, ma i lavori non sono mai ripresi per una serie di problemi burocratici e dopo anni dal fermo parte di quanto già realizzato è risultato danneggiato. I lavori del secondo stralcio, finanziati con quindici milioni e 500mila euro, sono stati avviati il tre aprile 2018: dopo il fermo a causa dell’emergenza coronavirus, sono al momento in corso.