Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
09/05/2020 06:00:00

Politica agitata a Trapani. Il sindaco litiga sui social, e l'opposizione vuole sfiduciarlo

 Politica agitata a Trapani, la minoranza consiliare di Palazzo Cavarretta non ci sta ad essere additata come “maligna” da un comunicato stampa che più che fare chiarezza sull’azione programmatica dell’amministrazione, e sposato dalla maggioranza consiliare, era pieno di livore.


Una serie di messaggi, un botta e risposta continuo sui social ha fatto traboccare il vaso.
Così la minoranza, che sa di non avere i numeri, ha chiesto le dimissioni del sindaco Giacomo Tranchida.
Mozione di sfiducia firmata al momento da Lega, Diventerà Bellissima, Fratelli d’Italia, Forza Italia.
In una nota congiunta i coordinamenti fanno sapere quali sono gli atteggiamenti “indecorosi” che Tranchida avrebbe tenuto nei confronti di tanti cittadini: “Sono pervenute alla nostra attenzione diverse segnalazioni da parte di cittadini o di membri di ART, appresi anche dai social network, che denunciavano il contegno del Primo cittadino di Trapani autore di talune esternazioni che, in alcuni casi apparivano "deliranti" in altri offensive, in spregio a qualsiasi forma di garbo istituzionale, di comprensione delle difficoltà della cittadinanza - specie in questo periodo - conclamanti il suo disprezzo del dissenso”.


Il riferimento è ad alcune chat che pare siano intercorse tra il sindaco e alcuni cittadini dove Tranchida avrebbe offeso gli stessi, chat che poi sono state rese pubbliche e inviate a catena sui vari whatsapp.
Pertanto si chiede ai consiglieri di essere coerenti: “Ci si rivolge allora al Consiglio Comunale affinché sia coerente col voto d'approvazione della "mozione antifascista" ritenendo lor signori, con quel provvedimento, di condannare, ora per allora, il disprezzo del dissenso, la volontà di censurarlo, la capillarità della sua esecuzione, nel qual caso tentato con formule più moderne, segnatamente con messaggi privati sul social network "messenger" che pure alcuni dei destinatari, legittimamente, hanno pubblicato sul proprio profilo online. Siano coerenti e chiedano con noi le dimissioni del Sindaco Tranchida e se questi dovesse disattenderle propongano mozione di sfiducia, estromettendolo da un ruolo che sta usurpando perché chiunque disprezza la sintassi e la grammatica democratica non può ricoprire incarichi istituzionali di così alto prestigio e onore. Tranchida non è nuovo ad atteggiamenti simili, infatti, le sue pubbliche affermazioni nei confronti di cittadini, di avversari, ecc... lo hanno reso macchiettistico ma adesso basta”.
Il centro destra chiede le dimissioni del sindaco per atteggiamenti verso i cittadini non decorose da un punto di vista istituzionale ma anche per “non aver realizzato nulla del tanto decantato programma "Cambia - menti"”.


A ricevere questo tipo di segnalazioni è stata anche la consigliera Francesca Trapani, Movimento Cinque Stelle: “Ricevo diverse segnalazioni da parte di persone che, a seguito della pubblicazione del mio post relativo alla notizia sulla decisione del Tar del Lazio, sarebbero state contattate privatamente dal Sindaco Tranchida, il quale avrebbe risposto ai relativi commenti lasciati sotto il medesimo post con toni e modalità, per così dire, sui generis rispetto al ruolo che ricopre.
Non posso non esprimere il mio disappunto nei confronti di un simile atteggiamento da parte di un Sindaco verso alcuni dei propri cittadini, che hanno tutto il diritto di esprimere in maniera garbata e libera la propria opinione personale in merito all'operato politico e amministrativo del proprio Sindaco”.
Al Primo Cittadino di Trapani le critiche non piacciono, non vuole essere contraddetto, e nel Regno di Trapani vale la sua parola e il suo pensiero, senza accettarne altri: “Il fatto che contatti privatamente chi "osa " esprimere un dissenso, scrivendo messaggi dal tono del tutto estraneo al galateo istituzionale, la dice lunga sulla sua capacità di rispondere nel merito alle critiche che legittimamente gli vengono mosse dai cittadini trapanesi”.

Tranchida ha risposto con una nota, non ha buttato acqua sul fuoco, ha messo altra benzina perché al braccio di ferro è abituato: “Mi fanno sorridere gli avvocati politici in cerca di grido, soprattutto di cause perse. 
Non consento ad alcuno, anche su FB, e dunque, a maggior ragione, in forma pubblica,  di sfottere, offendere, deridere e dileggiare impunemente la mia persona, ancor di più affermando il falso. Esercito, a mia difesa, il diritto di replica, anche in forma privata nei confronti degli autori , evitando di scadere nel cortile”.
Il diritto di replica è sacrosanto, quello di offesa invece no, attiene non al piano del garbo istituzionale ma dell’educazione in generale.
Tranchida torna ad utilizzare la sua parola preferita, sfoderata quando è in difficoltà “mascariamento”.

“Assistano questi paladini politici del gratuito mascariamento pubblico i loro futuri clienti nelle aule del Tribunale dove aspetto di essere citato.
La democrazia e l’ educazione si fondano sul principio del rispetto del prossimo al pari della invocata libertà personale che- ricordo a me stesso- finisce dove inizia, rispettandola, quella dell’ altro . 
Il Sindaco,  spersonalizzando, rappresenta una Comunità intera e le offese gratuite accompagnate da calunnia e diffamazione, offendono anche l’intera Comunità”.
Sulla mozione di sfiducia attende che venga presentata: “Confido nella presentazione della mozione di sfiducia da parte dei Consiglieri di opposizione chiamati all’appello oltre che con le firme dei cittadini rappresentati da codeste forze politiche con petizione in accompagnamento.
In tale attesa, continuo ad occuparmi dei problemi della città, della Salute e  della voglia di Futuro a cui anelano anche i cittadini elettori del centro destra”.

Il circolo Trapani-Erice di Diventerà Bellissima spiega il perché ha deciso di uscire dalla cosiddetta “cabina di regia”, che aveva messo in piedi il sindaco per aiutare le attività produttive della città, in verità sembra la difesa del governo regionale: “Avevamo accettato per senso di responsabilità di condividere un percorso di collaborazione per affrontare assieme l'emergenza Covid e la crisi economica della città. Lo abbiamo fatto consapevoli delle nostre diverse visioni politiche e del modo di amministrarla. Da oggi purtroppo constatiamo che non ci sono più le condizioni per dare il nostro contributo. L'Amministrazione comunale ha deciso in solitaria le azioni da portare avanti per affrontare la fase 2.
Troppo facile accusare il governo regionale dei ritardi per la cassa integrazione per esempio, ben sapendo il sindaco della separazione tra apparato amministrativo e burocratico e organo politico, che ha solo un potere di controllo”.


Sulla situazione “grottesca” trapanese si è espresso il vice segretario nazionale del PSI, Nino Oddo: “Credo mi sia riconosciuto di essere il maggiore esperto vivente del fenomeno politico noto come "tranchidismo". In questa veste mi permetto di dissentire dal contenuto di questo documento della cosiddetta opposizione di destra al comune di Trapani. La destra in città oggi non esiste. Dopo il ritiro nel suo eremo del senatore d’ Alì non si intravedono eredi in condizione al momento di assumere la guida uno schieramento moderato o comunque di centrodestra che pure a Trapani avrebbe profondo radicamento sociale. Buona parte della classe politica di quella estrazione ha preferito salire sul carro del potente di turno ricevendo le ricompense del caso, chi oggi la rappresenta è qualche giovane di belle speranze, ma al momento non in condizione di fargli il solletico”.


Oddo non si dice sorpreso dell’atteggiamento assunto da Tranchida: “Un misto di celodurismo di bossiana memoria e di populismo salviniano. È partito col ridicolizzare il pericolo (qui l’unico contagio possibile è quello delle nostre bellezze), per poi passare velocemente alle minacce ai cittadini. Per poi eccedere di nuovo dall’altro lato, denunciando il governo Conte al Tar, reo di ritardare la fase due. Se fossimo in un Paese serio questa condotta sarebbe ridicola. Ma in un Paese che ha un bibbitaro Ministro degli esteri ed un dj Guardasigilli, Giacomino ci può stare”.