Sono 350 milioni di euro gli aiuti che arriveranno in Sicilia dal decreto rilancio. L'articolo 118 del Decreto Rilancio specifica le misure che devono assicurare alle Regioni e Province autonome le risorse necessarie per le funzioni in materia di sanità, assistenza e istruzione per l'anno 2020, per controbilanciare le perdite dovute all'emergenza Covid-19.
Secondo le previsioni dell'assessorato all'Economia le cifre potrebbrero essere da 600 milioni a un 800 milioni di euro. «Ma ancora oggi gli effetti della crisi economica non sono adeguatamente conosciute», spiega l'assessore all'economia Gaetano Armao, «quello che avevamo chiesto il governo lo sta dando in buona parte».
La sospensione della quota capitale dei mutui è stata chiesta dalla Sicilia a gran voce a partire da marzo. La norma era valida per le regioni a statuto ordinario ma non per quelle speciali. L'articolo 119, modica il precedente articolo 111 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, apre anche alle autonomie speciali. Lo stanziamento viene portato da 4,3 milioni a 92,3 milioni. «Per la Sicilia una misura che vale 26 milioni», ha spiegato Armao, «ovvero poco meno di un terzo delle risorse totali».
Il vicepresidente regionale di Ance Massimiliano Miconi lamenta «la mancanza di un piano Marshall per il settore delle costruzioni», ovvero l'applicazione del famoso Modello Morandi da applicare ad alcune opere bloccate nell'Isola (168 per un valore di 3 miliardi). Il segretario regionale di Confartigianato, Giuseppe Pezzati plaude alla liquidità concessa alle aziende ma chiede misure che permettano alle stesse di andare avanti. «Alla liquidità deve subito seguire un progetto di continuità per garantire la rinascita e la sopravvivenza delle imprese», spiega, «occorre che ora la politica si concentri sulla riduzione del cuneo scale, perché quando i cassaintegrati rientreranno nelle aziende devono poter lavorare».