Palermitano, 67 anni, produttore di vino ed ex segretario generale dell’Assemblea Regionale Siciliana (il consiglio regionale dell’Isola) mette fine a un lungo periodo di commissariamento dell’ente regionale che si occupa di vino e olio, ultimamente soprattutto nell’ambito della certificazione dei prodotti a denominazione. La nomina, un po’ a sorpresa, ma non troppo, è del governo della Sicilia presieduto da Nello Musumeci. Per diventare operativa e far sì che Di Bella prenda possesso della nuova carica è necessario che la nomina sia ratificata dalla commissione Affari Istituzionali dell’Ars, un passaggio obbligatorio che non dovrebbe riservare sorprese. Presumibilmente passeranno alcune settimane. Ad affiancare Di Bella due consiglieri i cui nomi saranno scelti dalle organizzazioni professionali del comparto vitivinicolo.
In attesa della ratifica della nomina, l’Irvo continuerà ad essere affidato ad Alessia Davì che ha avuto una proroga dell’incarico di commissario straordinario fino a metà giugno. La Davì è addetto stampa e portavoce dell’assessore siciliano all’Agricoltura Edy Bandiera. Con vari provvedimenti segue le sorti dell’Irvo dal febbraio 2018. Ed ha avuto il merito di risanare assieme all’allora direttore Vincenzo Cusumano (oggi passato all’assessorato all’Economia) un debito pregresso di circa cinque milioni grazie all’avanzo di gestione ottenuto dall’attività di certificazione e dalle entrate della vendita degli immobili di proprietà della Regione, provvedimento che ha voluto lo stesso presidente Musumeci per ridare un futuro all’Irvo.
Di Bella è proprietario di un’azienda vitivinicola nella zona di Noto in provincia di Siracusa e gestisce anche vigneti tra le alte colline di San Giuseppe Jato in provincia di Palermo. Ha avviato una collaborazione con l’università di Palermo per la sperimentazione su alcuni vitigni autoctoni con risultati che aprono nuove prospettive al vino siciliano.
Il suo nome per la presidenza dell’Irvo è stato indicato da Forza Italia, il partito del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e dell’assessore Bandiera. Troverà un istituto con un direttore, Alberto Pulizzi, in sella dallo scorso novembre. Ed ancora 58 dipendenti di cui 18 dirigenti, due sedi distaccate a Marsala in provincia di Trapani e a Rodì Milici, nel messinese, quest’ultima di prossimo avvio. E poi anche un bilancio 2020 che beneficerà di due milioni circa da spendere in promozione. Ed ancora un’attività di certificazione attraverso la quale nel 2019 ha fatturato circa due milioni, la gran parte grazie ai vini Doc Sicilia (il numero di bottiglie è in grande crescita). E proprio il prossimo anno il consorzio Doc Sicilia dovrà decidere se fare certificare i propri vini ancora per un triennio dall’Irvo.