Ripartire con il turismo oppure no? In Sicilia Musumeci sta pensando di mantenere l’obbligo della quarantena per chi arriva sull’Isola da altre regioni fino all’8 giugno. Mentre a livello nazionale la riapertura dei confini regionali scatta da mercoledì 3 giugno.
Su questo punto il presidente della Regione e i suoi consiglieri stanno pensando di congelare, di fatto, la ripartenza del turismo per altri 5 giorni.
L’ordinanza di Musumeci sulle riaperture, infatti, scade il 7 giugno, e questo consente di avere qualche giorno in più al governo regionale per valutare la situazione epidemiologica.
E poi c’è anche una questione di metodo: le nuove misure sono sempre partite dopo il fine settimana in Sicilia. A comandare però sono i dati del Coronavirus, che in Sicilia vede una curva sempre appiattita verso lo zero. Dati positivi per parlare di fase 3, ma si aspettano quelli dei prossimi giorni, quando sarà evidente l’effetto delle riaperture del 18 maggio. In questo senso si pensa al prolungamento dell’obbligo di quarantena per chi arriva in Sicilia, bloccando di fatto il turismo. Nessuna patente sanitaria, però, è all’orizzonte, ma chi arriva sull’Isola dovrà registrarsi sul sito siciliacoronavirus.it, accertarsi costantemente delle proprie condizioni di salute, nessun obbligo di test sierologici o tamponi.
Ristoranti e Alberghi, le linee guida
Intanto la Protezione Civile regionale ha diramato le linee guida per ristoranti, alberghi, b&b per la ripartenza.
Dal 3 o dall’8 giugno ci potremo muovere liberamente tra le regioni e verranno riaperte le frontiere. Ci saranno, pertanto, tutte le condizioni perché le attività ricettive tornino a funzionare rimettendo in moto il comparto turistico-alberghiero,
La ripresa delle attività non sarà facile per molti motivi: un diffusa paura dei contagi, una certa apatia che l´abitudine a stare in casa ci ha portati l´ansia di affrontare una stagione che ha visto l´azzeramento di tutte le prenotazioni, per i gestori un incremento dei costi determinato dall´adeguamento delle strutture ai nuovi canoni COVID stabiliti, per ciascuna categoria imprenditoriale, dalle Linee Guida adottate a livello nazionale dalla Conferenza delle Regioni e recepite in Sicilia attraverso l´Ordinanza n. 21 del 17 maggio del Presidente della Regione.
In questo link tutte le prescrizioni che i titolari di strutture ricettive e ristoratori dovranno adottare nell´esercizio delle singole attività. E questo, ferma restando la responsabilità penale del titolare dell´azienda per eventuali casi Covid 19 che dovessero coinvolgere il personale impiegato.
I comuni siciliani: Serve nuovo approccio per far ripartire le imprese
“E’ necessario un approccio nuovo per affrontare una situazione eccezionale quale è l’emergenza economica scaturita dalla pandemia da Covid-19 e un diverso utilizzo delle risorse della CIG per far ripartire le imprese”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia
“Utilizzare gli interventi di gestione delle crisi di tipo tradizionale, come quelli nel panorama delle tipologie degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro presenti nel nostro ordinamento – continua Orlando - non può essere più adeguato a far fronte alla crisi in atto. Il trattamento di integrazione salariale ha senso, infatti, solo se è limitato sia nello spazio che nel tempo”.
“Per far ripartire l’economia italiana e in particolare a quella del Mezzogiorno è indispensabile che le imprese riprendano la propria attività sostenendo un costo del lavoro in linea con la propria capacità produttiva e reddituale ed adeguata ad un mercato che non resterà più lo stesso. E’ importante che le imprese che mantengano i livelli occupazionali e laddove possano sostengano forme di welfare aziendale e forme di retribuzione legate al risultato e dello Stato che compensi almeno una parte del reddito perso dai lavoratori con politiche fiscali di riduzione del cuneo. Per esempio basterebbe applicare l’art. 8 della l. 148/2011 ed i contratti di prossimità, con azione limitata nel tempo, ed integrare con dei bonus fiscale il reddito perso dai lavoratori a fronte della riduzione retributiva contrattata.”. Aggiunge il presidente dell’Associazione de Comuni siciliani.
“E’ necessario destinare maggiori risorse finanziarie alle imprese che utilizzino i lavoratori senza porli in cassa integrazione utilizzando tutti gli strumenti legislativi nazionali e regionali di cui disponiamo. Per citarne uno ad esempio l’art. 60 del Decreto Legge n.34 del 2020 (Rilancio Italia) prevede che le regioni possano adottare misure di aiuto alle imprese per contribuire ai costi salariali dei lavoratori per evitare i licenziamenti con effetto già a partire da febbraio 2020. Costerebbe, infatti, meno erogare un contributo di 1200 euro al mese, a ristoro della contribuzione a carico azienda e di una parte retributiva per ogni lavoratore mantenuto nel rapporto di lavoro che dare il trattamento di integrazione salariale per lasciare il lavoratore a casa senza lavorare. Il tutto magari nei settori più colpiti come tutti i settori collegati ai flussi turistici (alberghi, ristoranti, agenzie di viaggio etc…) ed il settore dello spettacolo dal vivo (teatri, cinema, sport)”.
“In un momento di crisi economica eccezionale- conclude il presidente Orlando - abbiamo il dovere di utilizzare tutti gli strumenti per sostenere il tessuto produttivo del nostro Paese garantendo la dignità del lavoro e la salvaguardia delle diverse professionalità”.
I dati siciliani
Più di cento persone sono guarite dal Coronavirus in Sicilia, da quanto emerge dai dati forniti dalla Regione. Ci sono 5 nuovi positivi sull'Isola su 2600 tamponi, e un decesso.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 140.295 (+2.613), su 122.130 persone: di queste sono risultate positive 3.435 (+5), mentre attualmente sono ancora contagiate 1.318 (-112), 1.845 sono guarite (+116) e 272 decedute (+1).
Degli attuali 1.318 positivi, 83 pazienti (-10) sono ricoverati - di cui 10 in terapia intensiva (0) - mentre 1.235 (-102) sono in isolamento domiciliare.