Tra tanti anni nel raccontare l’Italia ai tempi del covid-19 gli storici restituiranno l’immagine di un paese stremato, la pandemia oltre a portare via tante vite umane ha colpito le persone nella loro dignità costringendole a restare chiuse dentro casa privandole della vita sociale e del lavoro e quindi della possibilità di sopravvivere. La fase 2 vera e propria è cominciata da oltre una settimana ma l’impressione è che gli effetti della forzata disoccupazione non si siano ancora visti del tutto.
“Anche noi abbiamo la nostra dignità, non siamo figli di un Dio minore e dalla politica vogliamo risposte concrete”. Vengono da ogni parte della Sicilia gli ambulanti ritrovatisi a Palermo davanti alla sede dell’Assemblea Regionale Siciliana per protestare contro una situazione diventata insostenibile.
Qualcuno si lamenta perché avrebbe voluto una partecipazione maggiore ma i manifestanti sono comunque tanti. Le rappresentanze sindacali degli ambulanti hanno avanzato al presidente dell’Ars Miccichè, ringraziato calorosamente perché “ci ha accolto dopo un quarto d’ora che eravamo qui e ha convocato subito un tavolo tecnico facendo venire pure l’assessore alle attività produttive Mimmo Turano”, le loro richieste: rinvio al 2022 della direttiva europea Bolkestein; finanziamento a fondo perduto senza parametri reddituali per favorire la ripartenza delle attività mercatali, fiere, feste e sagre; contributo straordinario ai commercianti organizzatori e agli ambulanti che partecipano alle fiere, feste e sagre su suolo pubblico; circolare regionale con disposizioni chiare e vincolanti per i sindaci; vietare lo spostamento delle sedi mercatali storiche in altre aree periferiche delle città; la sospensione del canone suolo pubblico almeno sino alla fine del 2020 e infine la sospensione di tutti i tributi comunali e regionali fino alla fine di quest’anno.
“Le nostre richieste sono quelle di dire allo Stato che noi esistiamo, 186.000 famiglie si sfamano di questa attività, il nostro presidente Conte ha parlato di tutte le attività e persino del calcio ma non ha detto una parola per gli ambulanti- attacca Sebastiano Coco, rappresentante sindacale Fenailp- noi siamo qua per dire la nostra al Governo che non ci riconosce e si ricorda di noi solo quando deve tartassarci di tasse. Non abbiamo ricevuto nulla- continua Coco- lo Stato, il Presidente Conte ha solo messo restrizioni tenendoci chiusi in casa ma di aiuti la gran parte di noi non ne ha avuti”.
Per Gaetano Lacanea, rappresentante Fiva Mirabella Imbaccari Catania, bisogna togliere le restrizioni “ che sono inutili e non servono”, al contrario diventa necessario “responsabilizzare i cittadini che frequentano i mercati sollecitandoli a prendersi le loro responsabilità. Non possiamo essere trattati in Sicilia- conclude Lacanea- come vengono trattati in Lombardia perché non ci sono le stesse condizioni”.
Secondo Arturo Coglitore, Presidente Fiva confcommercio Catania, “ i sindaci e la Regione Siciliana devono dare un punto per non fare spostare più i mercatini rionali o settimanali dei centri storici. Con la scusa del Covid-19 sono diventati tutti sindaci sceriffi e questo non è giusto”.
«Ascoltare i lavoratori è un dovere istituzionale», incalza il Presidente Micciché a fronte dell’incontro. «Non esistono lavoratori di serie A e B, tutti devono avere pari diritti e riconoscimenti. Per questo, ci siamo impegnati a portare avanti le loro istanze e permettere agli ambulanti di ripartire».
Anche le forze di opposizione, raggiunti in piazza i manifestanti, hanno preso l’impegno di portare avanti le istanze della categoria degli ambulanti.