Il divieto di spostamento tra le Regioni vale in Italia per tutti, o quasi. Ad esempio Guido Bertolaso, l'ex capo della Protezione Civile, chiamato a gestire l'emergenza Covid in Lombardia, riuscendo a beccarsi il virus, è stato tranquillamente in giro a Trapani, dove ha la barca.
Lo ha rivelato (che furbo!) il presidente della Regione Musumeci.
E' stato ieri lo stesso presidente della Regione, Nello Musumeci a rivelare nella conferenza stampa sui ritardi Anas che Guido Bertolaso era arrivato in Sicilia dove tiene la sua barca, precisamente a Trapani e che avendolo saputo lo aveva incontrato informalmente a pranzo per offrirgli l'incarico di capo della task force per l’emergenza Covid al posto dell’arrestato Antonio Candela. Bertolaso ha rifiutato perché, ha spiegato Musumeci "troppo impegnato". Peccato, però, che le norme anti coronavirus tenacemente volute (e scritte) dallo stesso Musumeci vietassero spostamenti se non di lavoro o per motivi di salute.
"L’ordinanza del presidente della Regione in merito all’ingresso nel territorio regionale per motivi non lavorativi e’ ancora valida o va interpretata in base ai rapporti di amicizia personali e politici?”.
Lo chiede Claudio Fava, parlamentare all’Ars del gruppo Misto, che ha presentato oggi un’interrogazione in merito alla presenza in Sicilia nei giorni scorsi dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, arrivato a Trapani con la propria barca.
“Dalla stampa apprendiamo che la visita in Sicilia di Bertolaso sarebbe riconducibile esclusivamente a questioni personali e pertanto, come ogni cittadino che vuole entrare nel territorio regionale, avrebbe dovuto rispettare le stringenti disposizioni emanate dal presidente della regione in merito alla quarantena obbligatoria. A rendere ancora piu’ incomprensibile quanto avvenuto – continua Fava– c’e’ anche l’incontro informale a pranzo con lo stesso presidente della Regione. In una situazione che sta causando enormi disagi a tutti e nelle stesse ore in cui Musumeci si mostra inflessibile sulle procedure di riapertura del territorio regionale, una simile disparita’ di trattamento appare come uno schiaffo alle migliaia di cittadini siciliani rientrati nell’isola e costretti, ancora oggi, a restare isolati in quarantena per due settimane o anche oltre in attesa dei tamponi”.