Francesco Cicala segretario provinciale della CNA Trapani. E’ arrivato alla guida della CNA nel momento più difficile. Rappresentate tantissime categorie, parrucchieri, stabilimenti balneari, artigiani veri e propri. Quanto è difficile per voi e i vostri assistiti?
Io ho avuto la “fortuna” di essere nominato il 13 febbraio come segretario, in un progetto di rilancio della CNA che prevedeva anche un ricambio generazionale e un rilancio dell’associazione in ambito provinciale, cercando di essere più vicini alle imprese. L’emergenza Covid ha fatto accelerare questo processo di rinnovamento. Abbiamo ottenuto per i balneari l’annullamento del canone di concessione demaniale per l’anno 2020 e la sburocratizzazione per la pratica del 1° giugno e con scadenza il 31 agosto per chiedere l’estensione.
I lidi come ripartiranno?
Emergenza sanitaria a parte, il settore balneare può guardare al futuro con un po’ più di ottimismo, visto che ci sono tanti stabilimenti in Sicilia che volevano fare investimenti.
Cicala, le regole per il contenimento del virus si tramuteranno in un aumento dei costi dei servizi di un lido?
Questo dipenderà dalla sensibilità degli operatori, anche se alcuni chiedono a noi delle dritte. Loro dovranno adeguarsi con tutti i dispositivi di protezione individuale, avranno le limitazioni del distanziamento sociale, avranno dei costi in più, ma questo non può totalmente riversarsi solo sull’utente finale che ha già le sue difficoltà. Noi abbiamo fatto partire in ambito provinciale la campagna “Ripartire in sicurezza con CNA”, con la quale vogliamo accompagnare le imprese artigiane, commerciali, del settore agroalimentare e turistico. Non a caso abbiamo fatto una videoconferenza con gli operatori economici di Favignana, l’abbiamo già fatto anche con Castellammare e San Vito Lo Capo, proprio per accompagnarli in questo processo di ripresa, cercando di far conciliare qualità, competenze e con dei costi adeguati per le imprese.
Cicala, i parrucchieri, i barbieri sono stati fermi due mesi e il danno economico è stato grandissimo. Ma alcuni, ora alla riapertura sostengono che con le nuove regole dovute all’emergenza sanitaria, si lavora in qualche modo meglio, c’è il tempo per fare la sanificazione, non c’è l’obbligo di chiusura. Si può dire che con le nuove, con un po’ di buona volontà si può convivere.
Assolutamente sì, anche perché bisogna adeguarsi a queste nuove regole. La nostra attività va oltre la rappresentanza delle imprese, il nostro serivizio è anche un servizio sociale. Sentiamo la responsabilità di sensibilizzare, sia le imprese che gli utenti finali, dobbiamo conciliare la sicurezza per i lavoratori, i dipendenti e i clienti ma al contempo dobbiamo riprendere le attività economiche altrimenti ci fermiamo. Cambiare le abitudini non è facile per nessuno. Se non crediamo che da questo azzeramento, da questa guerra economica e sanitaria, non possa nascere per ogni realtà imprenditoriale una opportunità per il rilancio della propria azienda, allora sarà finita. Dobbiamo crederci, dobbiamo fare squadra con le istituzioni, affinché tutti assieme possiamo sconfiggere questo mostro che è il Covid-19.