A causa dell'emergenza coronavirus una vacanza di 10 giorni potrebbe arrivare a costare fino al 20 per cento in più rispetto allo scorso anno, passando da una spesa a testa da 736 euro a 883 euro. Si prevedono rincari del 9% per la ristorazione, dell’8% per le strutture ricettive, del 15% per il trasporto aereo e del 12% per traghetti e navi.
Prezzi più salati anche per ombrelloni e lettini negli stabilimenti balneari. Sono i dati elaborati dal Codacons, che giustifica gli aumenti con la sanificazione e il distanziamento che il popolo dei vacanzieri finirà per pagare di tasca propria.
Per non parlare dei turisti che non arriveranno. Così, una parte degli operatori potrebbe essere tentata di rifarsi sulla clientela per recuperare le spese sostenute per rispettare le regole sanitarie e il giro d’affari perduto. Agli aumenti si aggiungono costi collaterali, a cominciare dalla benzina.
Al carovacanze si aggiungono gli aumenti per chi rimarrà in città: sono degli ultimi giorni le polemiche su rialzi da parte di parrucchieri ed estetisti (del 20-25 per cento sia per il Codacons che per il Centro Consumatori Italia).