Delirante. Definisce così la giustificazione di Alitalia circa l'abbandono dell'aeroporto di Birgi il manager della società che gestisce lo scalo trapanese, Salvatore Ombra. Ieri Alitalia ha annunciato il taglio dei collegamenti per Trapani da Milano e Roma, con i biglietti già venduti, tra l'altro. Di fronte alla reazione di Ombra, Musumeci e dei sindaci del territorio, Alitalia ha replicato dicendo che i gli aerei avevano pochi posti prenotati. "Difficile trovare le parole giuste per esprimere tutta la mia rabbia e la mia indignazione - dice oggi Ombra - Intanto trovo pretestuose ed immotivate le argomentazioni addotte da Alitalia nel “salutarci”. Trovo delirante sentirmi dire che per ridurre le perdite si sia deciso di eliminare le rotte. Come se un imprenditore per salvare il conto economico tagliasse la produzione che crea reddito piuttosto che cercare di abbattere i costi e le inefficienze. È tutta una follia".
Il tutto si inserisce in un contesto nazionale dove il governo ha un ruolo di primo piano, e sta privilegiando Alitalia, dopo l'ennesimo salvataggio, a scapito delle compagnie low - cost. Alitalia, tra l'altro, ha vinto un bando del valore di 1.600.000 euro per collegare Trapani con Milano e Roma e non si è neanche degnata di sottoscrivere il contratto.
"E’ una follia che si parli di diseconomia dei voli da Trapani e si continui a sostenere che i voli debbano viaggiare con un coefficiente di riempimento pari circa al 50% - continua Ombra -. Trovo una follia che vengano schedulati da Palermo per Roma e Milano voli in contemporanea, alla stessa ora con due aeromobili differenti. Ed evito di addentrarmi nelle dinamiche economico finanziarie adottate dal governo centrale a sostegno di Alitalia in modo da scoraggiare le low cost a volare in Italia. Trovo tutto ciò una vergogna. Un segnale forte di disinteresse o ancora peggio di ritorsione nei confronti del nostro territorio bistrattato e martoriato. Nei confronti del nostro scalo, quasi ci fosse un regia inafferrabile volta a tenerci sempre sul baratro. È evidente che ciò che va tagliato sono sprechi ed inefficienze, non rotte. E che se i voli vengono messi in vendita e poi frettolosamente ritirati vuol dire che qualcosa non torna. Che non c’è una strategia di crescita e di attenzione per il territorio ma semmai di distruzione".