“Non è stato lui ad aggredirmi. Quando ho fatto il riconoscimento fotografico in questura ero fuso”.
E così il trapanese Fabio Sansica, dopo una detenzione di un anno e due mesi per un reato che non aveva commesso, è stato assolto, con formula piena, dal tribunale del capoluogo presieduto da Daniela Troya. Nell’aprile del 2017 era stato arrestato dalla polizia, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip, con l’accusa di aver sfregiato al volto un marocchino detenuto nelle carceri di Favignana per reati in materia di sostanze stupefacenti e contro il patrimonio che stava beneficiando di un permesso, al culmine di una lite per una sigaretta negata.
La stessa pubblica accusa, rappresentata dal sostituto Rossana Penna, aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato, difeso dagli avvocato Giacoma Castiglione e Riccardo Rao. L’aggressione venne consumata in via Calvano nella zona del centro storico di Trapani.
A scagionare Fabio Sansica le dichiarazioni rese dalla persona che si trovava in compagnia dell’indagato all’ora dell’aggressione e le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza di “Munnu Arancina” che lo hanno immortalato all’esterno del locale, sereno e con un abbigliamento diverso da quello descritto dall’extracomunitario aggredito che, peraltro, era in preda ai fumi dell’alcool.
Il marocchino era talmente ubriaco che all’arrivo della polizia e degli operatori del 118 aveva urlato: “Ricordate bene il mio volto che appena esco dal carcere sarò il primo kamikaze in Italia. Farò scoppiare la bomba nel Paese porta d’ingresso dei clandestini. A me non costa niente premere il clic della bomba per vendicarmi di tutti voi amici degli americani, colpevoli delle stragi in Siria e Iraq”.
Ed ancora: “Appena sarò libero me ne andrò in Belgio o in Francia ad unirmi ai miei fratelli dove mi procurerò una bomba per farvi saltare in aria”.
Nel corso del dibattimento, il detenuto marocchino aveva ammesso “di essere fuso quando ho fatto il riconoscimento fotografico di Fabio Sansica”