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16/06/2020 06:33:00

Castellammare del Golfo, operazione antimafia: 14 arresti. Politici indagati 

13,00 - “Ho piena fiducia nella Magistratura e nel lavoro delle Forze dell’ordine. Sono sereno. Sono assolutamente disponibile ad essere sentito immediatamente dalla Magistratura per chiarire la mia posizione poiché ho sempre operato con la massima trasparenza”.

Lo dichiara il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Rizzo, raggiunto oggi da un avviso di garanzia nell'ambito dell'operazione antimafia “Cutrera”.

 

 08,30 -  Non c'è solo il Sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, tra gli indagati dell'operazione antimafia "Cutrera" di queste ore.

Avvisi di garanzia sono stati notificati anche all'ex vice presidente del Consiglio comunale di Castellammare del Golfo, Francesco Foderà, scoperto a rivolgersi al capo mafia locale dopo aver subito il furto di un suo mezzo agricolo, e all'avvocato trapanese Francesco Di Bono, ex presidente del consiglio comunale di Trapani, intercettato a discutere di vertenze da risolvere con il capo mafia di Trapani Francesco Virga che in carcere ha ricevuto la notifica di questa nuova ordinanza.

 08,00 -  Ecco i nomi di tutte le persone arrestate nell'operazione antimafia scattata all'alba di oggi a Castellammare del Golfo.

Risulta indagato il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, eletto nel 2018 con una lista civica di centrodestra. All'alba sono stati perquisiiti il suo ufficio e la sua abitazione.

Le accuse a carico dei tredici arresti eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, guidato dal tenente colonnello Antonio Merola, vanno dall'associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Nell'ordinanza era inclusa una 14esima persona ma nel frattempo è deceduta. Altre 11 persone sono state denunciate a piede libero. Eseguite inoltre decine di perquisizioni, tuttora in corso.

L'operazione ha visto impegnati oltre 200 militari dell'Arma con il supporto di unità navali, aere e reparti specializzati come lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, nonché unità cinofile per la ricerca di armi. In corso anche decine di perquisizioni. Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo Francesco Lo Voi, dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido e dai Sostituti Procuratori Gianluca De Leo e Francesca Dessì, «hanno permesso di disarticolare la famiglia mafiosa di Castellamamre del Golfo, che nonostante i dissidi interni, vede saldamente al vertice il pregiudicato Francesco Domingo, soprannominato Tempesta, già condannato a 19 anni di carcere per associazione di tipo mafioso ed altro e ritornato in libertà nel marzo del 2015», dicono gli investigatori.

La famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, aggregata a quella di Alcamo dopo la prima guerra di mafia che vide la supremazia dei corleonesi, era stata ricostituita nel 1993 «e la reggenza fu affidata a Gioacchino Calabrò, successivamente, come accertato giudizialmente, proprio Domingo aveva ereditato la reggenza dal 1997 fino al 2004, continuando ad esercitare, per alcuni anni, il suo potere anche dall'interno del carcere». «La stessa sentenza con la quale venne all'epoca condannato aveva altresì accertato che Domingo aveva svolto il ruolo di tramite fra Cosa nostra e un'organizzazione criminale operante in Sardegna e ciò in quanto Giovanni Brusca e Matteo Messina Denaro avevano programmato alcuni atti ritorsivi contro le guardie carcerarie», dicono ancora gli investigatori.

I NOMI DEGLI ARRESTATI:

1. DOMINGO Francesco, cl. 56 di Castellamare del Golfo

2. ANGILERI Diego, cl. 37 di Marsala (domiciliari)

3. BUCCELLATO Felice, cl. 41 di Castellamare del Golfo (domiciliari)

4. DI STEFANO Rosario Antonino, cl. 69 di Castellammare del Golfo

5. DOMINGO Camillo, cl. 57 di Castellamare del Golfo

6. LA SALA Daniele, cl. 80 di Castellamare del Golfo

7. MERCADANTE Salvatore, cl. 85 di Castellamare del Golfo

8. MULE’ Maurizio Gaspare, cl. 66 di Castellamare del Golfo

9. SABELLA Antonino, cl. 57 di Castellamare del Golfo

10. STABILE Sebastiano cl. 47 di Castellamare del Golfo (domiciliari)

11. SABILE Francesco, cl. 59 dei Castellamare del Golfo

12. VALENTI Carlo, cl. 78 di Castellamare del Golfo

13. VIRGA Francesco, cl. 70 di Trapani

Il provvedimento era diretto anche nei confronti di SOTTILE Benedetto cl. 48, che però è deceduto nel 2018. 

 

 

07,30 -  C'è anche il Sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, tra gli indagati dell'operazione antimafia di oggi che ha portato a diversi arresti a Castellammare del Golfo. L'abitazione del primo cittadino è stata perquisita all'alba.

E' per questo che Rizzo ha ricevuto un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa, con contestuale invito ad essere interrogato. Non si sa in quale contesto si inserisca l'episodio riferito a Rizzo che, bisogna dirlo, ha sempre fatto della legalità e della lotta alla mafia un punto fermo della sua amministrazione. E' in carica dal 2018. Secondo fonti di Tp24 l'episodio contestato a Rizzo si riferisce ad una concessione edilizia richiesta dagli arrestati dell'operazione di oggi. E infatti sarebbero coinvolti anche alcuni tecnici comunali.

Castellammare del Golfo, lo ricordiamo, è la città d'origine della famiglia del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lì, nel piccolo cimitero, è sepolto suo fratello Piersanti, barbaramente ucciso dalla mafia. Il Comune di Castellammare del Golfo era già stato sciolto per mafia nel 2006.
Gli arrestati sono 13. Al centro di tutto c'è Francesco Domingo, detto "Tempesta", boss scarcerato nel 2015.

07,00 - Passa da Castellammare del Golfo il nuovo patto tra la mafia siciliana e quella di New York. E' ciò che emerge dall'operazione antimafia di queste ore. Gli emissari della mafia americana si incontravano con Francesco Domingo, 64 anni, detto "Tempesta", punto di riferimento del latitante Messina Denaro, e già condannato due volte per associazione mafiosa.

D'altronde, le origini del clan Bonanno di New York sono proprio a Castellammare, al Flower Cafè E i Bonanno si relazionavano anche con i mafiosi di Sciacca, come dimostra un incontra del 30 Luglio 2018 a Castellammare del Golfo: da Sciacca arrivano il capomafia Accursio Dimino e Sergio Gucciardi, proprietario di due bar a New York, dove sono installate slot machine; incontrano Stefano Turriciano, “originario di Castellammare – scrivono– ma dimorante perlopiù negli Stati Uniti e dalle informazioni acquisite dalla polizia giudiziaria, è stato controllato nel 2007 all’aeroporto di Palermo con Franco Salvatore Montagna, originario di Alcamo e fratello di Sal Montagna, affiliato alla famiglia newyorkese dei Bonanno e assassinato il 24 novembre 2011 a Montreal”. Puntavano a nuovi investimenti nel settore del gioco, sempre con la complicità di Antonello Nicosia, il collaboratore parlamentare dell’onorevole Giuseppina Occhionero, arrestato nel novembre dell’anno scorso.

 

06,30  - I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, stanno eseguendo 14 arresti e 11 denunce in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Palermo nei confronti degli affiliati alla famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo.

Tra gli arrestati il reggente, Francesco Domingo, soprannominato Tempesta e già condannato per associazione mafiosa.

Nel blitz sono impegnati 200 militari dell’Arma con il supporto di unità navali, aeree e reparti specializzati come lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, nonché unità cinofile per la ricerca di armi. In corso anche decine di perquisizioni.

I reati contestati sono quelli di associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Scoperti inoltre importanti legami che il boss castellammarese intratteneva con esponenti delle famiglie mafiose americane, in particolare quelli appartenenti alla famiglia mafiosa dei BONANNO di New York che in più occasioni andavano a rendere visita al DOMINGO aggiornandolo sulle dinamiche mafiose d’oltreoceano e chiedendo l’autorizzazione ad interfacciarsi con altri esponenti mafiosi del mandamento di Alcamo.