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16/06/2020 06:00:00

Tra immobilismo, cambi di casacca e inchieste. Così Campobello va verso le elezioni

Campobello di Mazara è uno dei 62 comuni siciliani che ad ottobre andrà al voto.


E come spesso accade nei piccoli centri, gli scossoni giudiziari anche a Campobello sono stati avvertiti, per la politica locale, come un tremolio. A Campobello – frase abusata, ma opportuna – tutto cambia per non cambiare nulla.

E infatti dopo la fine dell'era di Ciro Caravà, la situazione politica a Campobello di Mazara non è cambiata, rispetto a dieci anni fa e dopo lo scioglimento del Comune per mafia, nel 2011 .
Sul palcoscenico si esibiscono molti degli attori politici di quella stagione
. A cominciare da Giuseppe Castiglione, ex presidente del Consiglio Comunale durante il mandato Caravà, e oggi sindaco della città, pronto a ricandidarsi.


Simone Tumminello, ex Assessore, oggi presidente del Consiglio
. Antonino Accardo, ex segretario del PD nell’era Caravà a Campobello, è oggi vicesindaco. E poi i vari consiglieri comunali di maggioranza, come il campione di preferenze Giovanni Palermo.
A Campobello la politica respira sempre un'aria pesante, fatta di rapporti con esponenti mafiosi.


Il consiglio comunale che si appresta ad essere rinnovato conta diversi consiglieri comunali coinvolti in operazioni antimafia. Una di queste è quella che ha portato in carcere il re delle scommesse, Calogero Luppino. In questa inchiesta sono stati coinvolti alcuni esponenti della coalizione che ha portato all'elezione del sindaco Castiglione, o poi passati alla maggioranza strada facendo. Come Gaudienzia Zito, imputata nel processo Mafia Bet. Dalle carte dell'inchiesta viene fuori anche il nome di Giacomo Gentile, anche se non indagato. Poi c'è Gaspare Bono, che ha contribuito all'elezione di Castiglione anche se non eletto, ed è stato indagato nell'inchiesta Eden 3.

Altra figura da segnare nel taccuino Maria Tripoli eletta nella lista di Castiglione e sorella del pluripregiudicato e recentemente arrestato per mafia Mario Tripoli.
Piccoli paesi grandi ribaltoni. Come quello del candidato sindaco in opposizione a Castiglione, Gianvito Greco, risultato non eletto per soli 300 voti 5 anni fa. Ma dopo appena un anno di sindacatura Castiglione sceglie di sostenerlo, nonostante i 3 mila elettori che lo avevano scelto proprio per contrapporsi a Castiglione. Oggi Greco svolge il preziosissimo ruolo di direttore artistico delle manifestazioni di Tre Fontane e Torretta Granitola (neanche fossimo a Porto Cervo).


Paese di mancati subentri di consiglieri comunali. Nessuno, guarda caso, tra le file dei non eletti nella lista Democrazia e Libertà del Sindaco Castiglione vuole fare più il consigliere comunale. Infatti dimessasi la consigliera di maggioranza Gaudenzia Zito, lo scorso 27 gennaio, quattro dei consiglieri non eletti della lista civica "Democrazia e libertà", a sostegno del sindaco Castiglione, si sono rifiutati di entrare in consiglio comunale. I rinuncianti sono stati: Giuseppina Faugiana che prese 192 voti, Antonino Mirabile con 171 voti, Brigida Pisciotta con 165, Bono Gaspare con 167. Solo il quinto dei non eletti, Pietro Giorgi, ex assessore dell’ex sindaco Daniele Mangiaracina, ha pensato di accettare la nomina ed ha giurato come consigliere comunale.


Il 4 ottobre si voterà a Campobello in una situazione surreale
, in cui sembra che nulla accada e tutto sia fermo. L’uscente Castiglione sarà candidato sindaco di una lista civica “Democrazia e Libertà” che, dalle prime indiscrezioni, conterrà una grande macedonia di esponenti politici. Al suo fianco ci saranno i suoi ex avversari, Gianvito Greco e il dottore Antonino Margiotta, noto medico legale che da circa due anni ha ottenuto la nomina della moglie Assessore alla solidarietà sociale da parte di Castiglione.
Dall’altra parte il fronte di opposizione, già debole numericamente e per contenuti, si presenta pure spaccato. Da un lato il consigliere comunale Gaspare Passanante, appoggiato, tra gli altri, proprio da Maria Tripoli.


L’altro pezzo dell’opposizione propone Doriana Licata, ex assessore provinciale di Mimmo Turano, da sempre vicina a Gianfranco Miccichè. Licata prova a diventare sindaco della sua città dopo aver tentato di arrivare a Palermo, candidandosi all'Ars. E proprio per quell'avventura il fratello, Aldo Licata, è stato condannato dal Gup di Palermo Roberto Riggio ad un anno di reclusione, pena sospesa per corruzione elettorale. L'accusa era quella di comprare voti proprio per la sorella Doriana, candidata alle elezioni regionali del 2012.