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19/06/2020 08:16:00

 Il caso dei cinquemila tifosi del Napoli che hanno festeggiato la Coppa Italia senza rispettare alcuna norma anti-Covid

 Fa molto discutere  il caso dei cinquemila tifosi del Napoli che hanno festeggiato la vittoria in Coppa Italia della loro squadra senza rispettare alcuna norma anti-Covid.

Per il direttore aggiunto dell’Oms sono «sciagurati». Il sindaco De Magistris minimizza.

Salvini ha criticato gli assembramenti finali di Napoli-Juventus, e ha fatto in particolare il nome del governatore campano De Luca. De Luca gli ha risposto così: «Daremo domani, senza fretta, una risposta congrua a un somaro geneticamente puro. Per il resto, parlando di cose piacevoli, onore a Rino Gattuso e lunga vita al catenaccio, che si conferma uno strumento di perfida efficacia nel fare impazzire gli avversari, e capace di produrre un godimento sportivo di rara intensità» . 

 

Le foto e i video di Napoli in festa mercoledì notte dopo la vittoria della Coppa Italia stanno suscitando un vespaio. Perché Napoli e Juve si sono contese il trofeo in uno stadio Olimpico deserto, come impongono le norme per il contenimento dei contagi da Covid, ma i festeggiamenti hanno portato in strada almeno cinquemila persone, assiepate tra Piazza del Plebiscito, il lungomare, Mergellina e i vicoli del centro storico senza alcun distanziamento sociale né mascherine. E così il trionfo calcistico degli azzurri di Rino Gattuso si sta trasformando in un problema epidemiologico, almeno potenziale. Il sindaco Luigi De Magistris minimizza: «Mercoledì sera ha vinto il contagio della felicità». Ma le voci critiche sono molte. Ad esempio per Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità, i tifosi del Napoli che hanno festeggiato fino a tarda notte sono degli «sciagurati». Matteo Salvini non ha mancato di intervenire: «Mi chiedo dov’era De Luca, quello che voleva usare il bazooka».

Scrive Massimo Gramellini sul Corriere della Sera: 

«Che cosa potrebbe spingere un branco di umani a uscire di casa e accalcarsi nelle strade, in barba ai divieti e persino al richiamo della paura? È questa la domanda alla base dell’esperimento scientifico in corso dall’inizio dell’anno sul nostro pianeta. Ora che la risposta è arrivata, può essere interessante ripercorrere i passaggi intermedi. Per prima cosa, ai membri del branco è stata tolta la possibilità di rifugiarsi in ufficio e di scaricare i figli a scuola o dai nonni. Qualcuno di loro è impazzito e si è messo a cantare sui balconi, ma la maggioranza ha retto piuttosto bene. Poi sono stati privati della seconda casa, del secondo amante e del secondo lavoro, in molti casi anche del primo, eppure hanno continuato a non sclerare e a starnutirsi sul gomito, con episodi di autentico eroismo nel resistere alla retorica pauperista dei vip, alle conferenze-stampa dei presidenti e al narcisismo montante dei virologi. Con il rallentare del contagio si sono registrate lievi crepe all’ora dell’aperitivo, ma gli autori dell’esperimento li hanno attribuiti alla giovane età dei trasgressori. Il nocciolo duro continuava a non manifestare segni apprezzabili di cedimento. A quel punto gli scienziati hanno deciso di calare la carta estrema. La Juve che perde una finale di Coppa ai rigori. Solo di fronte a un evento così raro e sconvolgente ogni difesa umana è finalmente crollata: mezza Napoli è scesa in strada e mezza Italia ha spalancato i balconi e si è rimessa a cantare»