Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
23/06/2020 07:46:00

Baci e pizzo. Mafia, arresti a Palermo

 Due imprenditori denunciano, e scatta l'ennesimo blitz contro Cosa Nostra in Sicilia. Sono stati arretati alcuni boss scarcerati che erano tornati a prendere le redini del clan.

L'indagine dei Carabinieri a Palermo ha svelato un giro di estorsioni nei confronti di imprenditori edili. Due boss scarcerati, Giulio Caporrimo e Nunzio Serio, si sono subito rimessi all’opera, prendendo le redini del clan di Tommaso Natale ed effettuando estorsioni chiedendo il pizzo agli imprenditori o prendendo il comando di alcuni lavori tagliando fuori le ditte edili. Così due imprenditori stanchi dei torti subiti, hanno avuto coraggio ed hanno denunciato il racket. La denuncia ha portato all’arresto di dieci persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Ben sette sarebbero stati gli uomini che dovevano sottostare ai ricatti dei due boss, ma due di questi hanno deciso di testimoniare. Nelle intercettazioni si vede il boss Caporrimo baciare i propri fedeli con i quali aveva ricostruito il racket. 

Agli ordini di Caporrimo e Serio avrebbero agito Andrea Gioè (già arrestato per mafia e attuale referente per il quartiere di Sferracavallo), Andrea Bruno (già arrestato per mafia e attuale referente per il quartiere Marinella), Vincenzo Taormina, Vincenzo Billeci, Francesco Di Noto (già arrestato nell’operazione “Talea”) e Giuseppe Enea.