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03/07/2020 08:00:00

Salemi.  Stalking, due a processo. Donna tormentata, in aula maresciallo dei carabinieri
 

Il maresciallo dei carabinieri Calogero Salvaggio ha spiegato, in Tribunale, come si è arrivati all’identificazione dei due presunti stalker che avrebbero reso un inferno la vita della 52enne insegnante salemitana Teresa Angelo.

Questa, infatti, aveva presentato denuncia contro ignoti. Il sottufficiale ha detto che all’identificazione dei due imputati (il salemitano Giuseppe Giammalvo, di 68 anni, imprenditore del settore calcestruzzi, e Maurizio Crocchiolo, di 54, dipendente dell'ufficio igiene dell’Asp di Castelvetrano) si è giunti grazie all’esame dei tabulati telefonici. Davanti al giudice monocratico di Marsala, il maresciallo Salvaggio ha riferito sulle indagini condotte, dichiarando che Giammalvo e Crocchiolo non solo comunicavano tra loro diverse volte al giorno, in concomitanza ai fatti accaduti e denunciati dalla Angelo, ma telefonavano e perseguitavano l’insegnante ripetutamente e più volte al giorno con numero di telefono nascosto (privato). La Angelo, quindi, non poteva vedere da quale numero partiva la telefonata, ma gli investigatori, dopo avere acquisito i tabulati (che il maresciallo Salvaggio, in aula, ha posto in visione a giudice e avvocati), l’hanno scoperto. Inoltre, le indagini condotte dai carabinieri della stazione di Salemi hanno messo in evidenza anche le altre telefonate di persone che con numero nascosto, o anche visibile, chiamavano a tutte le ore la signora Angelo per un “annuncio” con il suo numero di cellulare che qualcuno aveva scritto all’interno di uno dei bagni del Centro commerciale Belicittà. E nella stessa udienza è stato ascoltato uno degli uomini (M.L., di Marinella di Selinunte) che, dopo avere letto il numero di telefono nei bagni, aveva cominciato a disturbare l’insegnante, che naturalmente ha sporto denuncia. Il quadro della vicenda, intanto, si va delineando con maggiore chiarezza. Nel processo, Teresa Angelo è parte civile. Ad assisterla sono gli avvocati Giuseppe Ferro di Gibellina e Margherita Gaudino. Parte civile è anche Vito Russo Messina, il cui legale è Vito Cimiotta. A difendere i due imputati sono, invece, gli avvocati Calogera Falco e Giovanni Messina.