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05/07/2020 06:00:00

Marsala, ecco chi vorrei alla guida del Comune

di Massimo Jevolella

Una grande e creativa svolta ambientalista: ecco il mio sogno, ecco ciò che spero ardentemente per il futuro di Marsala. A ottobre si voterà per eleggere una nuova Giunta comunale. L'occasione è preziosa, irripetibile. Perderla, sarebbe un errore imperdonabile, e forse fatale. Che cosa vogliamo sperare infatti per questa città, che per la sua nobile storia, per la sua posizione geografica e per la sua forte vocazione culturale meriterebbe di giocare un ruolo di prestigio non solo in Sicilia, ma sulla vasta scena del mondo mediterraneo? Che continui a sonnecchiare, a galleggiare, ignava, nel brodo salato del suo Stagnone, a fantasticare castelli in aria, a riverniciarsi ogni tanto un po' qua e un po' là, a dibattersi vanamente nel groviglio dei suoi eterni tormenti? Oppure, che all'improvviso trovi la forza, il coraggio e la fantasia per rinnovarsi e brillare, per conquistarsi davvero il prestigio a cui dovrebbe aspirare; ma anche per proporsi, perché no, con tutto il suo territorio, come una città modello, come un esempio d'avanguardia civile e culturale, di realtà proiettata verso il futuro?

Da settimane, leggendo ansiosamente le cronache della campagna elettorale che sta iniziando, non mi appaiono altro che fuochi fatui di mesti annunci, di liste su liste che si fanno e si disfano, nomi e volti vecchi e nuovi che si propongono, alleanze, comitati, le solite manovrine di potere, solo raramente infarcite da qualche promessa di piccolo cabotaggio, o da qualche sparata inutile, assurda o imbarazzante, come, tanto per dirne una, l'enorme stupidaggine di voler togliere la recinzione intorno all'area archeologica (e bravi! vogliamo ridurre anche quella a un porcile, a una vergognosa pattumiera come lo sventurato Parco Salinella?). E allora mi prende l'avvilimento, mi cascano le braccia, e sempre finisco per ripensare all'antico detto: “Nesci Masi e trasi Brasi”. Ossia che così andrà a finire, e che nulla mai cambierà nella sostanza. Che Marsala continuerà a dormire, imprigionata, come un vecchio paguro nel suo guscio, nell'abbraccio sempre più soporifero di quello che Giacomo Di Girolamo ha definito, in un suo bellissimo libro, il nostro “gomito di Sicilia”.

Svolta ambientalista? Certo, e che altro se no? Che altro? Ci vuole tanto per capire che questa è la via che le realtà civili più illuminate stanno imboccando, in tutto il mondo? La tragedia del Covid ha messo a nudo molte verità a livello planetario. La tragedia delle deforestazioni, l'orrore degli allevamenti intensivi di bestiame, la paurosa crescita del riscaldamento globale, la plastificazione dei mari. In Europa una poderosa ondata ecologista si sta affermando in molti Stati, in molte regioni. Le recentissime elezioni amministrative in Francia hanno dato una clamorosa conferma di questa tendenza, che già era cominciata prima del Covid con le vittorie dei Verdi in Germania e con l'esplosione planetaria del movimento giovanile Fridays For Future. Città importanti come Lione, Bordeaux e Marsiglia hanno ora degli agguerriti sindaci ambientalisti. Sissignori: è questo il futuro. Tutto il resto o è retroguardia, o è normale e tediosa amministrazione delle faccende quotidiane.

Ma voi direte: e che c'entra Marsala? Che cosa può fare la nostra piccola città in questa grandiosa rivoluzione? E dove troveremmo le risorse per trasformarla in un'isola verde? E infine: che cosa veramente ce ne verrebbe in tasca? E allora partiamo da una facile riflessione. I venditori di fumo, si sa, amano i proclami, le sparate, gli annunci di cose grandiose... che poi mai si faranno, o che magari costeranno milioni, lasceranno montagne di soldi nelle tasche dei soliti affaristi, e resteranno incompiute. Qui invece si tratta non di dar fondo a progetti faraonici, ma di avviare una raffica decisa e concreta di opere suggerite dal buon senso pratico, dall'ingegno, dalla fantasia e dal coraggio. Opere a basso costo economico, ma ad alto rendimento per il miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini del centro e delle contrade. Opere che alla fine si rifletteranno in modo eccezionalmente positivo anche sulla forza di attrazione turistica della città.

Alcuni esempi? A me ne vengono in mente molti, ma è chiaro che sarebbe necessario il concorso di molte teste, di persone competenti e che ben conoscono la realtà marsalese, per disegnare un programma robusto e ben ragionato. A mio parere, comunque, sono queste le opere assolutamente più urgenti e basilari:

Creare una rete ben strutturata di piste ciclabili, ripensando al tempo stesso all'intero sistema della viabilità (per esempio: creando un anello a senso unico antiorario tutto intorno all'area archeologica, eccezion fatta, ovviamente, per il breve tratto di via Isole Egadi).

Chiudere con sbarre il Parco Salinella, dotarlo di telecamere e riqualificarlo.

Trasformare tutto il Lungomare Boeo in un'area verde protetta. Impedire che le Rocche e il litorale siano ridotte a immondezzai e a depositi di plastiche di varia provenienza.

Sanificare tutto il centro, la costa e tutto il territorio del Comune rimuovendo le immondizie e stroncando in modo deciso e severo la pratica barbarica dell'abbandono dei rifiuti. Usare per questo anche il sistema delle telecamere mobili, da piazzare a sorpresa e a rotazione in tutti i punti sensibili del territorio urbano ed extraurbano.

Dotare di efficienti servizi, bidoni per la differenziata e videocontrolli il litorale delle spiagge, per fare in modo che i tratti liberi non siano più in preda a orde di cavernicoli che usano il mare come pisciatoio, e gli arenili come portaceneri e come pattumiere. Proibire l'uso di oggetti di plastica monouso sulle spiagge e su tutto il litorale.

Incentivare l'uso di energia pulita nel pubblico e nel privato, sia nella viabilità, sia nelle case e nei palazzi. Non permettere che il nostro mare sia inquinato da scarichi di qualsivoglia natura.

Potrei continuare, ma non avrebbe senso. A cavallo intelligente basta una frustata, dice il proverbio indiano. Io so soltanto una cosa: solo un nuovo governo cittadino che si lanci con decisione nella battaglia ecologista potrà accendere il mio entusiasmo. Varie altre cose sono certamente utili, necessarie e importanti, ovviamente.

Questo giornale se ne sta occupando e continuerà ad occuparsene. Ma, a mio parere, se non si partisse da questa battaglia, tutto il resto perderebbe valore.

Un ultimo appello. Ci sono vergogne da cancellare subito, e per sempre. Pretendo che un turista, affacciandosi dal muretto di fronte all'ingresso del Museo archeologico, non veda l'orrore di cumuli di rifiuti plastici e altre porcherie, ma solo il verde tappeto e i fiori delle piante grasse, il volo dei gabbiani, le rocce della costa, e il blu infinito del mare.