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12/07/2020 08:30:00

Al via la prima edizione del Festival Scena Segesta

La prima edizione del Festival Scena Segesta è un’edizione straordinaria, contrassegnata dalla recente-presente esperienza umana dell’emergenza coronavirus. Non è un caso, quindi, che il tema di quest’anno è “Teatro e sostenibilità”. Un percorso di riflessione, attraverso incontri, letture, laboratori ed esperienze creative, sul teatro come territorio capace di produrre nuove visioni “sostenibili” sul piano umano e sociale. Il tema universale del teatro, ancora di più adesso nella stagione dell’emergenza, è il destino dell’uomo e quando le fasi di tale destino diventano più critiche e fragili, è indispensabile fare della scena la piattaforma di più interrogativi possibili, di rinunce alla “spettacolarità” a favore della ricerca.

Il programma del Festival, promosso dal Comune di Calatafimi-Segesta, su progetto di Lina Prosa, parte venerdì 17 luglio e va avanti fino a domenica 26, coinvolgendo diversi luoghi: il Teatro Antico di Segesta grazie alla collaborazione con il Parco archeologico, l’ex convento di San Francesco a Calatafimi-Segesta e il bosco Angimbé. Grazie alla collaborazione della omonima Associazione. Tutte le iniziative sono gratuite.

“Realizzare il primo festival del progetto Scena Segesta – dice Antonino Accardo, sindaco di Calatafimi - è la migliore risposta alla crisi che attraversiamo sul piano umano, sanitario ed economico. Calatafimi Segesta è stato ed è immune da contagi Covid19. Il territorio nella sua bellezza naturalistica e storica ne rivela proprio la salubrità, lo stato di integrità, la potenza evocativa dell’incontro indispensabile tra natura e cultura. Il festival, pur nei limiti di fruizione del programma, della riduzione delle iniziative e della disponibilità economica, mette in valore tale unicità, da Segesta al Bosco Angimbè fino al centro abitato, cogliendo le fila di un percorso unico all’interno delle specificità, su cui abbiamo fatto come amministrazione il punto forte della politica e dei nostri obiettivi. Per noi si tratta di partenza e non di ripartenza come avviene altrove, e l’orgoglio, la scommessa, sono ancora più grandi, seppure adeguati alle difficoltà del momento”.

Il programma è pensato come un percorso esperienziale che risponde alle prescrizioni anti-Covid, ma anche alla progettualità di “Scena Segesta”, che si articola nel territorio di Calatafimi-Segesta come laboratorio permanente partendo dalle sue vocazioni allo stesso tempo antiche e contemporanee. Tre tappe per tre luoghi diversi che diventano spazio e tempo di riflessione sul tema del Festival: il Teatro Greco come tappa della memoria, il bosco Angimbè per una tappa legata al corpo-natura e il centro abitato di Calatafimi Segesta, terza tappa legata alla comunità e alla progettualità umana nel tempo e nello spazio.

“Il periodo storico che stiamo vivendo - dice Eliana Bonì, assessora alla Cultura del Comune di Calatafimi - ci ha imposto tante restrizioni ma ci ha donato anche il tempo, questo semplice strumento di misurazione della nostra esistenza a cui spesso non diamo peso. Ci ha donato il tempo di riflettere, di reinventarci. Madre natura dal canto suo ci ha ricordato che siamo ospiti di passaggio su questa terra che soffre i continui abusi che l'essere umano perpetra su di essa. Ma il tempo che durante questa epidemia sembrava essersi fermato ha significato anche rinascita. Ed è proprio in questa ottica che abbiamo reinventato il Festival Scena Segesta, un momento di riflessione, di riavvicinamento alla natura con un comune denominatore: il teatro, la drammaturgia. Sarebbe stato più semplice riprogrammare il Festival per la prossima stagione, ma abbiamo voluto dare un segnale di continuità e positività”.

Al Teatro Greco vanno sperimentati tre sopralluoghi drammaturgici che riprendono la trilogia di Eschilo “Orestea”. Il 17 luglio “Agamennone”, il 18 luglio “Coefore” e il 19 luglio “Eumenidi”. Si parte dai testi antichi per arrivare a un pensiero tragico contemporaneo. I tre giorni a Segesta saranno anche l’occasione per raccogliere materiali sulla parola poetica attraversata dalla storia e dalla contingenza fisica, in vista della realizzazione dello spettacolo “Orestea” del prossimo anno. Una ricerca che la drammaturga Lina Prosa porta avanti da tempo e che ha avuto già due tappe: a Fortaleza in Brasile e a Cotonou in Africa. Nei tre giorni i partecipanti-spettatori costituiranno con gli artisti un gruppo unico di lavoro.

Il programma continua al bosco Angimbé, in collaborazione con l’associazione omonima, che all’interno del bosco cura iniziative didattiche e percorsi naturalistici. Due giorni saranno dedicati al contatto con la bellezza del luogo e al rapporto tra natura e cultura: il sughereto medievale con i suoi alberi dalle fattezze arcaiche, un ecosistema unico in Sicilia che si estende per 212 ettari. Il programma delle due giornate è introdotto da una passeggiata naturalistica all’interno del bosco che prepara alle iniziative: il 21 luglio alle 19 “Avventurarsi/ tra realtà e letteratura”, a cura di Marina Turco, “Avventurarsi/tra panorami e grilli musicali”, alle 20 e il 22 luglio alle 19 “Odissea Canto XXIII”, ambientazione sonora nel bosco con la voce in filodiffusione di Maddalena Crippa.

A Calatafimi Segesta, in occasione della prima edizione del Festival, sarà inaugurata la sede delle attività laboratoriali di “Scena Segesta”: l’ex convento di San Francesco. Nei giorni del Festival, dal 20 al 23 luglio, sarà realizzato il primo laboratorio “Tu che mi soffi addosso come il vento”, diretto da Lina Prosa in collaborazione con la danzatrice Silvia Giuffré, dedicato agli agenti atmosferici visti come agenti drammaturgici nell’epica e nella drammaturgia classica. L’esito del Laboratorio sarà presentato al pubblico il 24 luglio alle 21.15, nel cortile dell’ex convento. Sempre il 24 luglio, alle 11, nella sede della Biblioteca Comunale è in programma il dibattito pubblico “Teatro e sostenibilità” con Federico Butera, professore emerito del Politecnico di Milano e Paolo Randazzo, professore di Lettere Antiche al liceo di Noto e di Critica teatrale alla Scuola dell’Inda. Un altro spazio a cui il Festival darà attenzione è il Teatro Cavallotti, in cui sono in corso i lavori di restauro: gli artisti del Festival realizzeranno delle installazioni creative in momenti improvvisati.

Nel programma, al San Francesco, ci sono anche due appuntamenti speciali: “Quattro Canti”, studio scenico di danza di Giuseppe Muscarello dedicato alle figure mitiche Cerere, Bacco, Venere, Eolo (il 25 luglio alle 21.15), “Umano/Poetico/Non stop”, maratona di letture, e performances con Valerio Strati, Gianni Gebbia, Alba Vella, Rosaria Pandolfo, Silvia Giuffrè (26 luglio alle 21.15).

Il Festival rientra nel progetto “Scena Segesta”, partito alla fine dello scorso anno. Il progetto, ideato da Lina Prosa, vuole ripristinare il diritto alla centralità della popolazione “Aegestana” di oggi (i Calatafimesi, discendenti diretto di Aegesta, la città di Segesta), grazie a mirate azioni culturali e politiche da mettere in atto nel territorio. A beneficio, soprattutto, delle giovani generazioni costrette a emigrare per la mancanza di prospettive di lavoro e di stimoli culturali e artistici. L'obiettivo è sollecitare nuove dinamiche sociali ed economiche valorizzando il Bene Comune territoriale, che è il Teatro di Segesta, valore di condivisione universale, al di là dei limiti e dei confini geografici, in modo da consentire ai cittadini-spettatori di sentirsi ricollocati al centro del mondo e non nella periferia della realtà in cui vivono.

“Scena Segesta”, per sua natura, è articolato in una pluralità di spazi e ha l’obiettivo di trasformare la stessa Calatafimi-Segesta in una Città-Teatro. Il progetto utilizza a tal fine il metodo di laboratorio in modo che la formazione e la creazione siano fasi di lavoro in divenire, alimentate in maniera costante dalle questioni sempre aperte del teatro su se stesso e sulla condizione umana. Il Mediterraneo, da una costa all'altra, è il vero contesto socio-politico dell'attività, via maestra di connessione con la cultura europea. Il focus centrale è la ricerca e la creazione a partire dalla Drammaturgia Classica (Eschilo, Sofocle, Euripide), secondo le evoluzioni del termine stesso di drammaturgia nella storia recente del teatro e dei cambiamenti sociali.

I programmi del Laboratorio permanente sono curati da un’équipe scientifica internazionale (Anna Beltrametti, docente di Drammaturgia Classica all'Università di Pavia, Muriel Mayette-Holtz, regista e direttrice del Teatro Nazionale di Nizza, Lina Prosa, drammaturga Simone Audemars, regista di Lausanne, Anna Barbera, consigliere letterario e Alexandra Da Silva, maître de conférences en Ä–tudes théâtrales, Université Sorbonne di Parigi).