Matteo Messina Denaro non avrebbe partecipato alla fase preparatoria degli attentati di Capaci e via D’Amelio a Palermo, perché al posto suo c’era il padre Francesco, l'anziano boss di Castelvetrano, morto poi nel 1998 a seguito di un infarto.
E' quanto sostenuto dagli avvocati, Giovanni Pace e Salvatore Baglio, difensori di Messina Denaro nel corso della loro arriga difensiva, che smentirebbe la tesi accusatoria del pm Gabriele Paci che ha chiesto l'ergastolo.
"Matteo Messina Denaro non era presente alle riunioni e quindi non diede il suo assenso alle stragi. Essendo vivo il padre, lui non aveva titolo né per parteciparvi e neanche per esprimere un eventuale consenso”. Hanno detto i due legali al processo che si celebra a Caltanissetta che vede il boss di Castelvetrano accusato come mandante di entrambe le stragi .