Ecco il documento che contiene le indicazioni per la gestione di casi e focolai negli istituti scolastici preparato dalle istituzioni competenti, Gruppo di Lavoro ISS, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, INAIL, Fondazione Bruno Kessler, Regione Emilia-Romagna, Regione Veneto.
Il documento, in previsione della prossima riapertura delle scuole (settembre 2020), vuole fornire un supporto operativo ai decisori e agli operatori nel settore scolastico e nei Dipartimenti di Prevenzione che sono a pieno titolo coinvolti nel monitoraggio e nella risposta a casi sospetti/probabili e confermati di COVID-19 nonché nell’attuare strategie di prevenzione a livello comunitario.
Al suo interno si forniscono indicazioni pratiche per la gestione di eventuali casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia tramite l’utilizzo di scenari ipotetici, in assenza, per il momento, di modelli previsionali solidi.
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Alle scuole si chiede di identificare i referenti per il Covid 19: nel caso vi sia un alunno sintomatico il docente avvisa il referente scolastico per il Covid-19 il quale chiama i genitori dell’alunno, il minore viene portato in una stanza di isolamento in compagnia di un adulto con mascherina di protezione. I genitori portano il ragazzo a casa e avvisano il medico e pediatria di famiglia.
La figura del referente è un modo anche per andare incontro alla richiesta dei dirigenti sul profilo della responsabilità penale.
Una volta a casa lo studente e attivato il medico di famiglia questi avvisa la Asl e viene effettuato il tampone. Se il tampone è positivo il referente scolastico fornisce alla Asl i nomi di alunni e docenti che sono stati a contatto con il sintomatico 48 ore prima dell’insorgere dei sintomi.
La classe e i docenti saranno messi in quarantena per 14 giorni dal giorno dell’ultimo contatto con l’alunno. Le aule saranno sanificate.
L’alunno risultato positivo al test potrà tornare in classe solo dopo la guarigione ovvero dopo due tamponi negativi a distanza di 24 ore. Se c’è un elevato numero di assenze in una classe (almeno il 30-40%) il referente scolastico deve avvisare la Asl. Se un’intera classe viene posta in quarantena si attiva la didattica a distanza.
Tutte queste misure dovrebbero rassicurare i dirigenti scolastici e fornire una griglia chiara di comportamento nel caso risultasse un contagio in aula.
“In una prospettiva di possibile circolazione del virus a settembre e nei prossimi mesi, è stato necessario sviluppare una strategia nazionale di risposta a eventuali casi sospetti e confermati in ambito scolastico o che abbiano ripercussioni su di esso, per affrontare le riaperture con la massima sicurezza possibile e con piani definiti per garantire la continuità”. Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), commentando le ‘Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia’.
“Questo documento è il frutto di un impegno condiviso tra molte istituzioni nazionali e Regioni e Province autonome. La necessità di riprendere le attività scolastiche è indicata da tutte le agenzie internazionali, tra le quali l’Oms, come una priorità ed è tale anche per il nostro Paese”, conclude Brusaferro.