Mancano poco più di due settimane alla ripresa delle lezioni, meno di cinque alla riapertura con i corsi di recupero.
Qui raccontiamo come si stanno organizzando le scuole a Marsala.
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Un deciso «no» alle mascherine in classe e un avvertimento: «impossibile ripartire così senza evitare il caos dei trasporti, perché in molti rischiano di non raggiungere istituti o luoghi di lavoro». È un dialogo difficile quello tra Regioni e governo, che non hanno ancora trovato la quadra su scuolabus e dispositivi di protezione in vista dell'inizio delle lezioni e della ripresa delle attività.
Dopo il vertice dei governatori con i ministri Boccia, De Michelis, Speranza e Azzolina, emerge la necessità di un coordinamento permanente, in particolare sul nodo del trasporto pubblico locale su cui pesa il continuo braccio di ferro tra le Regioni, che puntano a viaggiare a pieno carico, e il Comitato Tecnico Scientifico.
Sul tavolo ci sono le proposte dei territori vagliate in queste con un po’ di scetticismo dagli scienziati, i quali godono del pieno appoggio del ministro della Salute. Dai separatori morbidi tra i passeggeri sui mezzi al controllo della temperatura a bordo fino alla rimodulazione degli orari delle scuole, sono diverse le idee contenute nel report della Commissione Trasporti delle Regioni affinché si possa derogare al distanziamento di un metro sui mezzi.
«Se non si interviene in questi giorni chiarendo i limiti delle capienze sul trasporto pubblico locale si rischia il caos», tuona senza mezzi termini il governatore dem dell'Emilia Romagna Bonaccini, anche presidente della Conferenza. E il suo vice, il governatore ligure Toti, affila la lama: «L'ennesima riunione con il governo si è conclusa con un nulla di fatto. Dobbiamo far muovere milioni di persone e sappiamo benissimo che di qua al 14 settembre non ci sono risorse materiali di implementare il servizio Tpl, se non in percentuale bassa. A questo punto il governo decida quali sono le categorie che hanno il diritto di spostarsi sui mezzi per andare al lavoro e quali no». Per il lombardo Fontana «servono certezze e dall'Esecutivo arrivano solo dubbi». E stamattina è prevista una nuova riunione Conferenza delle Regioni. Ma il governo punta ad abbassare la tensione parlando di «riunione positiva». A provare ad evitare strappi sono innanzitutto i ministri Boccia e De Micheli.
Quest'ultima è disponibile all'apertura sulle proposte dei governatori mentre il ministro delle Autonomie annuncia un «coordinamento permanente con Regioni e enti locali fino all'avvio dell'anno scolastico per intervenire in tempo reale sulle necessità». Tra le idee spunta anche quella di eventuali deroghe al metro di distanza sui bus basate sul «principio del gruppo abituale esteso ai componenti della stessa classe», come ipotizzato dal presidente della Commisione Trasporti, Fulvio Bonavitacola. E dopo una riunione tenutasi qualche ora dopo il vertice, il Cts ha ribadito alcune misure come la necessità dell'ausilio di ulteriori mezzi per aumentare le corse ma anche ridurre le tratte, l'uso dei separatori antigoccioline, l'adozione di sistemi con filtri innovativi per un maggiore ricambio dell'aria a bordo, l'utilizzo di bus privati, una diversificazione degli orari di apertura delle scuole (con due blocchi orari in particolare per le superiori, nella fascia 7,30-9,30), norme diverse per il trasporto urbano e quello regionale o extraurbano e la moral suasion da parte degli stessi controllori.
Sull'agenda dei grattacapi non c'è solo le questione Trasporti. In vista del 14 settembre resta ancora da superare il dibattito sulle mascherine. Il Commissario Arcuri, che ha partecipato al vertice, ha fatto sapere che saranno distribuiti da venerdì prossimo i primi banchi monoposto agli istituti ed è appena cominciata la distribuzione dei dispositivi di protezione e gel per le varie scuole.
Ma le Regioni annunciano un muro nel caso in cui, con il continuo trend di aumento dei contagi, dovesse passare la linea della mascherina obbligatoria per gli alunni in classe. «È una visione ampiamente condivisa in Conferenza», spiega Toti, che poco dopo trova conferma nelle parole di altri governatori, che tendono ad escluderla soprattutto per le elementari. In tal caso l'unica possibilità a cui aprirebbero i governatori è quella di valutare, laddove non fosse possibile il distanziamento, «l'utilizzo dei dispositivi di protezione in maniera differenziata nei territori con parametri di riferimento variabili a seconda degli indici di contagio e di eventuali focolai». E lo stesso viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ammette: «o c'è la distanza di un metro o c'è la mascherina, serve buon senso. Sarà molto difficile farla tenere a bambini da 6 e 10 anni».
Ma al momento la posizione del Cts resta la stessa: esclusi i bimbi da 0 a 6 anni, la mascherina va indossata laddove non si riesca a rispettare il distanziamento e quando non si è seduti al banco. Alcune questioni potrebbero però essere rivalutate dopo la riunione internazionale dell'Oms del prossimo 30 agosto sul tema del rientro a scuola, a cui parteciperà anche il ministro Speranza e durante la quale potrebbero essere definite le linee guida a livello europeo.
C'è maggiore convergenza invece sul documento dell'Iss per la gestione di eventuali casi Covid nelle scuole che comunque - assicura il ministro Speranza - resta «un testo aperto che potrà essere arricchito con il passare dei giorni, un vademecum per l'apertura delle scuole che può essere sempre aggiornato con l'esperienza sul campo».