Accontonata la parentesi ironica della candidatura, la riflessione che scriverò era obbligatoria non ci si poteva esimere.
Avevo pensato che il referendum sul taglio dei parlamentari su cui a settembre saremo chiamati ad esprimerci, fosse una scelta di coscienza, come qualcuno vuole propinare l'istituzione del registro dei bambini mai nati. Intanto necessita una precisazione a tal proposito, il provvedimento a memoria era calendarizzato 18 mesi orsono, magicamente è stato discusso e approvato a ridosso delle elezioni, chissà perché? Per lisciare il pelo agli elettori cattolici? Il dubbio sorge.
Poi dopo il sit in dei giorni scorsi molto partecipato, ho riascoltato la motivazione ossia :"ritenuto che non esiste nessuna norma che disciplini in maniera opportuna la sepoltura dei feti partoriti anzitempo, prima della 28^ settimana [...]".
Evidentemente per il consiglio comunale di Marsala il DPR 285 del 1990 nel dettaglio articolo 7, capoverso 2 e 3, sono inopportuni, che dire il registro con modifica regolamentare è" illuminante".
La mia coscienza conferma per l'ennesima volta che la norma è medievale. Per il quesito referendario, la mia coscienza afferma non si può tagliare la democrazia. È indubbio che la classe politica a qualsiasi livello ha fatto disaffezionare (eufemismo) i cittadini, ma essa non è nè marziana o venusiana, non è imposta, NOI la scegliamo.
La riduzione deciderebbe che un parlamentare rappresenti oltre 100mila abitanti anziché i 63mila attuali, nella cosiddetta camera bassa (Camera dei Deputati), porrebbe l'Italia all'ultimo posto per rappresentatività anche nelle nazioni fuori dall'Eurozona. Una maggiore distorsione democratica se la riduzione non è accompagnata da una legge elettorale adeguata. Dobbiamo chiedere la libertà di scegliere con la reintroduzione della preferenza, non la riduzione, quella sarebbe una vera riforma. Altrimenti è solo demagogia.
Vittorio Alfieri