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02/09/2020 10:27:00

La deputata Piera Aiello lascia i Cinque Stelle 

 Un finale già scritto. La deputata Piera Aiello, eletta alla Camera dei Deputati nel 2018 nel collegio di Marsala, lascia il partito dei Cinque Stelle.

Di Piera Aiello ci siamo occupati diverse volte. Testimone di giustizia (ha raccontato ai magistrati la guerra di mafia di Partanna dopo che le uccisero il marito), ha fatto carriera tra le file dell'antimafia. Prima come presidente della fantomatica associazione antiracket di Marsala, poi come volto "antimafia" dei Cinque Stelle, che l'hanno candidato nonostante non avesse un valido certificato (motivo per cui è stata anche indagata per falso). Invisa a molti milintati grillini locali, adesso è in guerra con il partito a Marsala, tanto che non sosterrà il candidato Sindaco Aldo Rodriquez.

 “Non mi rappresenta più" dice Aiello parlando del partito dei Cinque Stelle. Ovviamente di dimettersi non se ne parla ...  "Continuo la mia attività di parlamentare”. 

Racconta le ragioni dell’addio: “Ho ritenuto opportuno fare questa premessa - spiega ancora Aiello - perché chiunque avesse deciso di candidarsi in nome di questi ideali avrebbe dovuto essere un cittadino modello, giusto e osservante delle regole e delle leggi e con una fedina penale limpida. Solo in questo caso il Movimento mi avrebbe rappresentata, anche perché negli anni si era battuto in nome della verità, della giustizia e della legalità affiancando i testimoni di giustizia e addirittura accompagnandoli e ascoltandoli in commissione parlamentare antimafia. Ma se ad oggi mi trovo a scrivere tutto ciò è perché, in due anni, di questi ideali non ho visto attuare neanche l’ombra”.

Nello specifico, continua: “Per cominciare, in commissione giustizia i deputati sono incaricati di proporre emendamenti o modifiche su qualsiasi proposta di legge avallata o scritta dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e dal suo ufficio legislativo. Ma dopo mesi di sedicenti confronti, di tutto il lavoro parlamentare non rimane nulla. E’ sempre il ministro a decidere tutto e sicuramente non in autonomia, poiché il 90% degli emendamenti portati in commissione e poi in aula vengono bocciati e spesso senza alcuna motivazione valida”.