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05/09/2020 09:11:00

Vendemmia 2020: è superproduzione.  "Trasformiamo il doc in eccesso in disinfettante" 

L'Italia mantiene il primato della produzione di vino. Sono 38,5 milioni gli ettolitri di vino conservati nelle botti e nelle vasche delle cantine italiane. A questo si aggiungerà la produzione di 47,2 milioni di ettolitri (-1% rispetto all’anno scorso), della raccolta 2020 delle uve. Una vendemmia buona e abbondante che consentirà all’Italia di mantenere il primato mondiale della produzione, staccando ancora una volta i francesi (45 milioni, +3,1% ) e gli spagnoli (42 milioni, +13%).

La super produzione però preoccupa  gli addetti ai lavori. «Il nostro è un primato che ci rende più preoccupati che felici — commenta il presidente degli enologi Riccardo Cotarella — perché dobbiamo puntare sulla qualità più che sulla quantità».

Si produce tanto, ma si vende meno per l’effetto Covid. Per la prima volta da vent’anni, l’export ha fatto un passo indietro del 4% nei primi 5 mesi dell’anno. E i 150 milioni di euro statali a sostegno del settore non hanno centrato il bersaglio: solo 53 sono stati utilizzati.

La soluzione proposta dall’Unione italiana vini è la distillazione Doc. Significa trasformare rossi, bianchi e rosati a denominazione d’origine in alcol etilico. Da destinare soprattutto alla produzione di disinfettanti.

Le stime - Ieri Assoenologi, Ismea e Uiv hanno presentato un dossier sulla super vendemmia in corso. Si prevede che il Nord aumenti la produzione (+3,1% sul 2019), che il Centro arretri (-2%) e il Sud rallenti (-7%). C’è un gruppetto di testa di regioni che valgono i 2/3 delle bottiglie italiane: Veneto, Puglia (nonostante la flessione del 5%), Emilia Romagna e Abruzzo. Crescono Piemonte, Trentino Alto Adige, Lombardia e Marche, segno opposto per Toscana, Friuli Venezia Giulia, Sicilia. «La qualità delle uve è diffusa, con diverse punte di eccellenza. C’è la qualità che serve a sostenere la ripresa dei mercati», sostiene Ernesto Abbona, presidente Uiv. Un settore che fino a pochi mesi sembrava inarrestabile ora deve fare i conti con le chiusure (e le mancate vendite) di ristoranti e hotel.

Due gli aiuti statali ai vignaioli: la distillazione dei vini comuni e la vendemmia verde, cioè la riduzione volontaria della raccolta in cambio di sussidi. La prima, finanziata con 50 milioni, è stata usata solo per meno di un terzo, 14 milioni, forse perché le bottiglie meno care, in questi mesi, sono tutt’altro che crollate nei supermercati. Anche la seconda misura non ha avuto il successo atteso. «Ma i soldi non spesi potranno essere impiegati comunque in altre iniziative di sostegno entro l’anno». Il ministro per l’Agricoltura Teresa Bellanova ha illustrato il bonus da 5.000 euro a fondo perduto a ristorante per acquistare prodotti italiani (bottiglie comprese).

Quali iniziative sono possibili per rilanciare un settore che nel mondo senza Covid, nel 2019, ha esportato bottiglie per 6,4 miliardi di euro? Della distillazione dei vini Doc non si parlava dal 2011, quando la propose l’allora ministro Giancarlo Galan. Il modello, secondo Paolo Castelletti, segretario Uiv, è quello francese. Parigi ha stanziato 170 milioni per la distillazione di crisi: tutti impiegati. Assoenologi è cauta: «Parliamone, ma va mantenuto alto il valore dei nostri prodotti».