Questo pomeriggio, ore 17.30, l'evento #TRANSIZIONI. Dialoghi sul contemporaneo futuro prossimo animerà lo spazio del Baglio Tumbarello di Marsala. Al centro del dibattito, che coinvolgerà molti importanti ospiti da tutta la Sicilia, il volume "Marsala dentro. Fuori Marsala" (Rubbettino, 2020) curato da Adele e Gaspare Gerardi.
Nato per ricordare la figura del notaio Simone Gerardi, padre dei curatori, il libro si presenta con un aspetto bifronte e una duplice anima. Da una parte si interroga sulla memoria del passato, su cos'è stata Marsala, sull'importanza archeologica, storica, imprenditoriale che ha assunto nel corso dei secoli; dall'altra, riflette sul possibile futuro, sulle possibilità del domani, perché la sua comunità non si svuoti, non si inaridisca. Entrambe le indagini sono affrontate sia dall'interno che dall'esterno, e hanno coinvolto, quindi, molte personalità di spicco marsalesi e non.
Tra le tante presenti nel libro, oggi ci saranno: Nino De Vita, Giovanni Alagna, Enrico Caruso, Antonella Ingianni, Antonio Mauro e i ragazzi dell'associazione Nonovento. Da "fuori Marsala", invece, interverranno: Andrea Bartoli, Maurizio Carta, Vito Corte, Orazio La Monaca e Carlo Roccafiorita. Apriranno il dibattito i contributi video di Massimo Bray e Gaetano Savatteri.
Con Adele Gerardi anticipiamo alcuni aspetti del libro.
Come nasce “Marsala dentro. Fuori Marsala”? Cosa ha spinto lei e suo fratello a dargli questa forma?
Questo libro è nato dal desiderio di rendere omaggio a nostro padre, Simone Gerardi, e al suo legame con la città. In realtà, papà è andato via da Marsala a ventitré anni per motivi di studio, e poi di lavoro, ma le è sempre rimasto legato. L’idea era di fare un’incursione, un approfondimento verticale sul valore della città, sulle sue potenzialità; ma anche di connetterla al resto della Sicilia occidentale, seguendo un ideale paradigma a rete delle eccellenze di questo territorio.
Possiamo chiederle un breve ritratto di suo padre?
Mio padre si laurea in giurisprudenza a Palermo, a ventiquattro anni si trasferisce a Roma, dove vince un concorso pubblico. Incontra nostra madre, siamo nati noi, poi vince il concorso da notaio e arriva in Friuli, a Tarvisio e lì vede la neve per la prima volta: arriva con la coppola e i baffi, è il Sessantatré. Ogni anno tornava a Marsala e assieme ai suoi compagni di scuola, amici affettuosi, avevano costituito un’associazione, Iuvenes Semper, che si spendeva in attività e progetti culturali.
Il volume non è una semplice ricognizione biografica, è molto di più. Con il coinvolgimento di molti intellettuali, marsalesi e non, prova a raccontare ciò che Marsala era, ciò che è e che potrebbe essere. Qual era il vostro intento?
Il libro è dedicato a nostro padre, ma vuole contribuire a uno sviluppo culturale della città e della Sicilia. E quindi l’approfondimento su Marsala vuole unire osservatori diversi, punti di vista diversi per comporre, insieme, un mosaico a tutto tondo. Quindi partiamo con la città dimenticata, con l’archeologia, c’è un’intervista a Enrico Caruso, il direttore del Parco Archeologico; passiamo alla città possibile, con i progetti di Antonio Mauro, che molto s’è occupato di futuro; si parla della città sostenibile con Antonella Ingianni, del verde pubblico, della bellezza di questa città; c’è Giovanni Alagna che racconta Porta Garibaldi come genius loci della città; un’intervista al grande imprenditore Pietro Romano Alagna… E molti altri! L’intento resta quello di restituire una fotografia del momento in cui viviamo, ma anche di fare vedere le enormi potenzialità, se tutti riusciamo in rete a collaborare per la tutela del bene comune.