Sarà processato davanti il Tribunale di Marsala, e non davanti a quello di Palermo, che si è dichiarato territorialmente incompetente, il 53enne presunto boss mafioso partannese Giovanni Domenico Scimonelli, accusato di essere il “mandante” di una serie di attentati incendiari commessi, tra il 2008 e il 2012, ai danni di imprenditori e professionisti della Valle del Belice.
A puntare l’indice contro di lui, autoaccusandosi a loro volta di essere gli autori materiali delle intimidazioni, sono stati Nicolò Nicolosi, di Vita, e Attilio Pietro Fogazza, di Gibellina, che lo scorso 14 settembre, per questi fatti, oltre che per associazione mafiosa, sono stati condannati dal gup di Palermo Maria Cristina Sala.
Sei anni e dieci mesi di carcere sono stati inflitti a Fogazza, mentre sei anni e quattro mesi sono stati decretati per Nicolosi. I pm della Dda avevano chiesto tre anni e 4 mesi di reclusione ciascuno. Ciò anche in virtù della loro decisione di collaborare con la giustizia dopo l’arresto per l’omicidio di Salvatore Lombardo, un pastore di 47 anni con precedenti penali, ucciso con due colpi di fucile il 21 maggio 2009 a Partanna.
Un delitto per il quale Nicolosi e Fogazza, dopo essersi autoaccusati come autori materiali - accusando Scimonelli, difeso dall’avvocato Calogera Falco, di essere il mandante - sono già stati condannati a 16 anni di carcere ciascuno.
Scimonelli, invece, è stato condannato all’ergastolo, sia in primo grado (Corte d’assise di Trapani), che in appello (a Palermo). A sparare fu Nicolosi, mentre Fogazza era al volante dell’auto con cui fu raggiunta la vittima.